L’episodio dello “stabile del degrado” venuto alla luce settimana scorsa a Pregassona pone numerosi interrogativi sulla gestione degli appartamenti dove alloggiano i beneficiari dell’assistenza pubblica.
Chiediamo quindi al Consiglio di Stato:
- Il Dipartimento della sanità e della socialità quali verifiche svolge prima e durante la locazione a persone al beneficio dell’assistenza per evitare situazioni di degrado?
- Quali sono le cause che non permettono di procedere con regolari controlli? In generale quanti incarti gestisce annualmente ogni operatore/trice dell’USSI?
- Cantone, Comuni e Autorità di protezione (Arp): quali rapporti intercorrono tra questi tre enti nella gestione dei casi a carico dell’assistenza pubblica?
- Non sarebbe nell’interesse dell’ente pubblico dotarsi di figure tipo “custodi sociali” che monitorano la situazione sul territorio?
- Stando a quanto dichiarato dall’Associazione svizzera degli inquilini alcune autorità comunali finanziano questi operatori. Non dovrebbe essere il Cantone a farsene carico e assicurare la loro presenza su tutto il territorio cantonale?
- La “centralizzazione” di questo tipo di monitoraggio non garantirebbe poi di identificare più facilmente eventuali imprenditori interessati all’affitto mensile, più che al buono stato dei loro appartamenti?
- L’amministrazione cantonale o i Comuni dispongono di un elenco degli appartamenti al quale i beneficiari dell’assistenza possono far capo?
- Corrisponde al vero che invece queste persone vengono indirizzate quasi sempre agli stessi imprenditori?
3 ottobre 2018
Giorgio Galusero, granconsigliere Plr