Collaborare non significa fondersi

Molti hanno già espresso la loro opinione sulla possibile collaborazione elettorale fra PLR, PPD, ma anche con i Verdi Liberali, sulla quale decideranno in piena libertà il Comitato cantonale PLR del 1. agosto e gli organi dirigenziali del PPD. Una nostra breve riflessione pubblica in qualità di presidenti dei due partiti che hanno dato avvio a questa interessante discussione ci sembra opportuna per chiarire alcuni equivoci trapelati qua e là.

In primo luogo, parliamo di una collaborazione elettorale, non di liste uniche, non di matrimonio e men che meno di fusione! Ciascuno di noi mantiene la sua identità, la sua storia, i suoi valori. Su gran parte dei temi politici concreti siamo vicini e lavoriamo insieme da tempo, su alcuni valori ideali forti che hanno fatto la storia del PLR e del PPD siamo lontani e lo resteremo. Ci sembra giusto e opportuno che sia così ma questo non ci deve impedire di riflettere sull’ipotesi di poter meglio lavorare assieme a favore del nostro Ticino.

Come è ben noto, in certi Comuni le nostre sezioni collaborano bene e con pragmatismo, in altri mantengono una vivace e pungente dialettica. L’eventuale congiunzione sul piano federale non vincola in nessun modo le rispettive sezioni sul piano comunale. 

In vista delle prossime elezioni federali la destra e la sinistra hanno però formato due coalizioni alquanto eterogenee con l’unico scopo di attaccare i seggi del centro, al Nazionale e agli Stati. Questo ci impone una riflessione diversa dal passato e, se vogliamo essere pragmatici, non possiamo stare a guardare senza far nulla. Noi non desideriamo attaccare nessuno come purtroppo stanno facendo altri, ma abbiamo il diritto - e il dovere - di difendere gli equilibri attuali della Deputazione ticinese che nelle ultime legislature hanno permesso al Ticino di «portare a casa» molte cose da Berna a favore della nostra gente, contribuendo concretamente allo storico «modello di successo svizzero». 

A Berna ci importa che i partiti di centro collaborino sempre più per essere l’ago della bilancia al Consiglio nazionale, e ci importa che i due «senatori» ticinesi non si annullino a vicenda votando regolarmente in modo contrapposto. Un Ticino più credibile a Berna è possibile solo nella misura in cui i suoi rappresentanti si fanno interpreti del valore della concordanza tipicamente svizzera con proposte anche critiche ma esposte in modo credibile. Per questo motivo proponiamo una congiunzione tecnica delle liste di centro per il Consiglio nazionale e un «ticket» per gli Stati dove, se la collaborazione andrà in porto, inviteremo i nostri aderenti a dare il loro secondo voto al candidato dell’altro partito di centro. 

Il nostro obiettivo è dunque limpido e legittimo. Alcuni ci chiedono se ciò porterà ad una migliore collaborazione PLR-PPD anche in politica cantonale. Lo riteniamo auspicabile ed è quanto successo nel vicino Canton Lucerna. Tuttavia oggi è troppo presto per dirlo, da parte nostra confermiamo il nostro impegno e ci adopereremo in tal senso dimostrandolo con i fatti.

Certo è che i temi importanti non mancano, a cominciare dalle riforme della fiscalità che devono effettivamente venire incontro alle attese dei cittadini e delle imprese; questo senza tuttavia compromettere le finanze del Cantone che devono mantenere la buona salute che hanno finalmente ritrovato, affinché lo Stato possa continuare ad offrire i servizi di cui la gente ha bisogno. Siamo consapevoli che la ricchezza prima di essere distribuita deve essere creata. Dobbiamo pensare anche alle necessarie riforme che sappiano dare un senso ai principi di efficacia e efficienza nei vari ambiti quali la sanità, la socialità e la scuola pubblica, oppure all’inderogabile risanamento della Cassa pensioni dello Stato, alla quale sono affilliati migliaia di funzionari e docenti che lavorano per l’ente pubblico. Ma vi sono anche le sfide della digitalizzazione e dell’innovazione per uno sviluppo economico sostenibile del nostro cantone affinché alle future generazioni siano offerti posti di lavoro e qualità di vita. 

Ci rendiamo conto che l’attuale importante frammentazione politica rischia di portare a contrapposizioni strumentali e a un ostruzionismo preconcetto che non permette al nostro cantone di decidere e di progredire. Vogliamo valorizzare il lavorare insieme, la collaborazione su obiettivi e progetti comuni, pronti a collaborare anche con altre forze politiche che vogliano condividere un approccio costruttivo e concreto a favore del Ticino. 

Potremmo continuare, ma come detto dobbiamo lasciare agli eletti e agli organi competenti dei rispettivi partiti il tempo e lo spazio per valutare e decidere serenamente su quella che ci sembra essere un’opportunità interessante per affrontare il futuro con rinnovato slancio.

Per terminare, non è difficile capire che questa collaborazione elettorale per le elezioni federali può solo giovare alla governabilità del Cantone in questa nuova legislatura che ci auguriamo meno conflittuale e più propositiva della precedente, per il bene del Ticino e dei suoi cittadini.

Bixio Caprara, Presidente PLR
Fiorenzo Dadò, Presidente PPD