L'ingiusta giustizia

Correva l’anno 2004 e il giovane Mark Zuckerberg rivoluzionava il nostro modo di comunicare con il lancio di Facebook. Sempre nello stesso anno il popolo svizzero respingeva a larga maggioranza l’11esima revisione dell’Avs. Correva l’anno 2004 e in Ticino veniva alla luce lo scandalo della voragine milionaria della società Sogevalor a danno di oltre un centinaio di clienti, di cui molti residenti in Ticino. Un caso complesso, triste, intricato e specchio di un’insostenibile lentezza del sistema giudiziario che ha tenuto con il fiato sospeso per ben 15 anni gli imputati e le vittime di questa truffa finanziaria, con un epilogo triste per tutti.

La recente seconda sentenza della Corte d’appello penale ha messo probabilmente fine a una lunghissima vicenda giudiziaria con l’assoluzione dell’ex presidente della società e la riduzione a sette mesi di detenzione, sospesi condizionalmente, della pena nei confronti dell’ex vicepresidente. Al primo è stato riconosciuto un indennizzo di 341mila franchi, al secondo di 27mila franchi. Sono passati ben 15 anni e tutto si conclude praticamente con un nulla di fatto. Sono stati 15 anni di sforzi processuali costosissimi per imputati e vittime della truffa finanziaria, che hanno così perso ben due volte. Hanno perso il loro patrimonio e hanno perso di fronte ai tribunali. In questo lungo periodo anche gli imputati hanno subito le conseguenze nefaste della lentezza giudiziaria a livello patrimoniale, professionale e personale: beni oggetto di sequestro, professioni azzerate e famiglie distrutte. Queste persone possono aver sbagliato, ma non è degno di un sistema giudiziario efficiente ed equo tenerli in sospeso per così tanto tempo con conseguenze nefaste anche sul loro stato di salute, soprattutto se poi si conclude tutto con un nulla di fatto. Potranno ora ottenere un risarcimento dallo Stato, ma i cittadini e i clienti chi li risarcisce? Sogevalor ha causato un danno complessivo di oltre 100 milioni di franchi senza colpevoli. I clienti hanno perso tutto il loro patrimonio e speso molti soldi per ottenere giustizia e non hanno ottenuto nulla. Anzi, lo Stato utilizzerà una parte delle loro tasse per risarcire gli imputati che alla fine sono stati prosciolti. Semplicemente grottesco. La situazione, in cui versa il nostro sistema di giustizia, fa venire i brividi. Le procedure civili restano in sospeso per troppo tempo, le sentenze insoddisfacenti con la necessità di ricorsi costosi e lunghi e l’epilogo finale non è rallegrante. Le inchieste penali sono sovente incagliate nella difficoltà di reperire il bandolo della matassa. L’indipendenza dei magistrati si scontra con la necessità d’introdurre un sistema di gestione informatico e un sistema di controllo interno. Un Paese senza un sistema di giustizia efficiente è un Paese destinato a indebolirsi, poiché rischia di punire le persone che rispettano le regole, e di premiare chi approfitta delle falle del sistema e dell’impunibilità di fatto per i propri loschi affari. Quanti casi Sogevalor dobbiamo ancora subire prima di passare all’azione? Chiediamoci, in tutta franchezza, se non sia giunto il momento di affrontare davvero il problema, chiamandolo con il proprio nome, e costituire davvero un sistema giudiziario funzionante che possa riconquistare la fiducia nei confronti di una giustizia finalmente più giusta.

Karin Valenzano Rossi, candidata al Consiglio nazionale, LaRegione, 23 agosto 2019