Dal PLRT un sì condizionato alla sperimentazione dei due modelli: PLR e Scuola che verrà

Incentrato sul futuro della scuola, oltre 120 i presenti, il Comitato cantonale del PLRT riunito a Pregassona ha deciso di sostenere la sperimentazione della “Scuola che verrà”. Si tratta però di un SI molto critico che implica alcune precisazioni. In primis perché per il PLRT il SI è subordinato ad un chiaro riconoscimento della sperimentazione a doppio modello, da parte del Consigliere di Stato Bertoli.

Incentrato sul futuro della scuola, oltre 120 i presenti, il Comitato cantonale del PLRT riunito a Pregassona ha deciso di sostenere la sperimentazione della “Scuola che verrà”. Si tratta però di un SI molto critico che implica alcune precisazioni. In primis perché per il PLRT il SI è subordinato ad un chiaro riconoscimento della sperimentazione a doppio modello, da parte del Consigliere di Stato Bertoli. Che deve chiaramente dire che la sperimentazione concerne due modelli distinti approvati dal parlamento da sottoporre ad una valutazione scientifica e indipendente perché il controllato non può essere anche il controllore. E Quindi non solo il modello già corretto dopo la consultazione dal DECS ma anche la proposta PLRT senza la quale non si sarebbe mai arrivati all’approvazione parlamentare.

Quello della scuola è, e rimane, un cantiere di prioritaria importanza per il PLRT. In questo senso, i liberali radicali hanno negli ultimi mesi molto insistito sulla necessità di testare non solo la proposta di “Scuola che verrà” del DECS, ma anche un approccio alternativo, riuscendo, dopo un percorso a dir poco complicato, a far inserire nella sperimentazione un modello di scuola basato sui principi irrinunciabili del PLRT. Ossia quelli che vogliono che la scuola sia un luogo dove si valorizzano nel miglior modo possibile le qualità di ognuno. Perché non siamo tutti uguali. E perché la proposta dipartimentale, va detto a chiare lettere, al PLRT non piaceva e continua a non piacere. Ne “La scuola che verrà”, ad esempio, non si parla mai del percorso professionale. Che non è un percorso “di Serie B”. Anzi. Ma per far restare gli allievi motivati, già dalle medie bisogna garantire e spiegare che anche nella formazione professionale hanno davanti un ampio spettro di percorsi molto validi, per cui vale la pena impegnarsi.

Su questo e su molti altri aspetti legati alla scuola, il PLRT continuerà a battersi anche nei prossimi mesi e nella prossima legislatura. Anche qualora la doppia sperimentazione venisse bocciata alle urne il prossimo 23 settembre.

Come risultato evidente dall’acceso dibattito, che ha preceduto la decisione del Comitato cantonale, le posizioni e le voci all’interno del PLRT sono risultate tutto fuorché unanimi. Non solo la granconsigliera Maristella Polli (favorevole) e il membro della Direttiva cantonale Gerardo Rigozzi (contrario) hanno sostenuto con molti argomenti pertinenti le loro tesi divergenti. Ma anche in sala – presenti oltre 120 ospiti – i pareri sono stati molto differenziati. Da qui il SI critico espresso dal Comitato cantonale a Pregassona. Un sostegno che passa attraverso un approccio più chiaro e convinto da parte del DECS sull’importanza di analizzare scientificamente anche il modello di scuola proposto dal PLRT.

La sperimentazione è doppia, senza “se” e senza “ma”

Bixio Caprara, presidente PLRT, “Non stiamo firmando una cambiale in bianco al DECS. Dopo la sperimentazione ci sarà un nuovo dibattito parlamentare, con una nuova valutazione. L’impostazione del PLRT resta comunque critica, perché la sperimentazione tocca due proposte. Quelle uscite dal parlamento. Invitiamo quindi chiaramente il capo Dipartimento, anche nel suo dire, a rispettare ed attenersi questa situazione. Senza se e senza ma”.