Grazie al PLRT il Ticino si avvicina al voto elettronico

Nell’intenso lavoro di revisione della Legge sull’esercizio dei diritti politici (LEDP) che ha impegnato in questi giorni il Gran consiglio, al centro dell’attenzione liberale radicale ci sono stati due aspetti in particolare: la proposta – targata PLRT e Michele Foletti – di inserire nella legge la base legale per permettere l’introduzione anche in Ticino del voto elettronico (proposta accettata dal parlamento) e l’estensione del tempo di raccolta delle firme per iniziative e referendum, che secondo il Governo e il PLRT doveva rimanere immutato.

Nell’intenso lavoro di revisione della Legge sull’esercizio dei diritti politici (LEDP) che ha impegnato in questi giorni il Gran consiglio, al centro dell’attenzione liberale radicale ci sono stati due aspetti in particolare: la proposta – targata PLRT e Michele Foletti – di inserire nella legge la base legale per permettere l’introduzione anche in Ticino del voto elettronico (proposta accettata dal parlamento) e l’estensione del tempo di raccolta delle firme per iniziative e referendum, che secondo il Governo e il PLRT doveva rimanere immutato.

Un passo decisivo verso il voto elettronico

In Svizzera, Confederazione e Cantoni sperimentano il voto elettronico da oltre 15 anni. Finora si sono svolte più di 200 prove con buoni risultati in 14 Cantoni. Attualmente 8 Cantoni offrono la possibilità di votare per via elettronica e a breve si dovrebbe concludere la fase sperimentale per far sì che il voto elettronico sia istituito come terza modalità ordinaria di voto. Oggi, nell’era della digitalizzazione, il PLRT ritiene che sia giunto il momento di assumersi la responsabilità di fare un passo avanti approvando questo principio anche in Ticino. Guardando al futuro con fiducia, senza rimpiangere quello che è stato il trascorso. L’emendamento – proposto dal PLRT e da Michele Foletti – approvato nella nuova LEDP permette quindi di iniziare a muoversi in questa direzione.

La volontà d’introdurre il voto elettronico consente soprattutto agli svizzeri all’estero di esercitare un diritto costituzionalmente garantito. Come lo è stato per il voto per corrispondenza a suo tempo, il Parlamento avrà modo di dibattere nuovamente il tema quando il Governo riterrà sarà giunto il momento d’introdurre questa possibilità presentando un messaggio a questo proposito. Proprio il voto anticipato, passato negli anni a più riprese al vaglio del Parlamento, accompagnato da timori ed incertezze, è oggi utilizzato dalla quasi totalità dai cittadini votanti. Si tratta in fondo di predisporre formalmente anche da noi quanto con i necessari approfondimenti ed esperienze altri Cantoni già assicurano. Affinché il termine “digitalizzazione” non rimanga nel campo della teoria, ma si estenda anche all’esercizio dei diritti politici.

I requisiti di sicurezza sono severi

Alessandra Gianella, granconsigliera: “Soltanto i sistemi di voto elettronico che rispettano i severi requisiti di sicurezza previsti dal diritto federale potranno essere presi in considerazione. L'estensione del voto elettronico presuppone l'adozione di rigorose misure di sicurezza. Grazie alla verificabilità individuale - attuata nel 2015 - i votanti stessi possono accertare che il loro voto non sia stato alterato”.

L’estensione del tempo di raccolta delle firme

L’estensione della durata per la raccolta delle firme per referendum e iniziative popolari tocca uno degli aspetti di cui ci fregiamo maggiormente come svizzeri: quello dei diritti popolari legati alla democrazia diretta. Il PLRT e il Governo ritenevano fosse più corretto non modificare l’impostazione attuale perché sempre più spesso, soprattutto a livello federale, i diritti popolari vengono utilizzati per altri scopi, in particolar modo per propaganda politico-partitica.

Negli anni, l’impostazione attuale ha dato dimostrazione che - laddove la popolazione ne sentiva la necessità e laddove il tema fosse importante e meritevole – i cittadini si sono sempre potuti esprimere. Il nostro sistema conosce la democrazia diretta, ma conosce anche la delega di responsabilità: il Parlamento - come il Governo - è eletto per rappresentare il Popolo, prendere delle decisioni e assumersi anche la responsabilità delle decisione prese.