Il Consiglio nazionale approva l’introduzione dei trust anche in Svizzera

Dopo gli Stati, anche il Consiglio nazionale ha approvato oggi la mozione per l’introduzione dell’istituto giuridico del trust nell’ordinamento svizzero, coronando così gli sforzi che negli ultimi anni il Consigliere nazionale PLR Giovanni Merlini (con un postulato) e il collega Fabio Regazzi (con un’iniziativa parlamentare generica) hanno congiuntamente dedicato a questo scopo. Per la nostra piazza finanziaria si tratta così di eliminare un importante svantaggio competitivo rispetto ad altre piazze europee. Un segnale concreto a favore dell’intero settore.

Dopo gli Stati, anche il Consiglio nazionale ha approvato oggi la mozione per l’introduzione dell’istituto giuridico del trust nell’ordinamento svizzero, coronando così gli sforzi che negli ultimi anni il Consigliere nazionale PLR Giovanni Merlini (con un postulato) e il collega Fabio Regazzi (con un’iniziativa parlamentare generica) hanno congiuntamente dedicato a questo scopo. Per la nostra piazza finanziaria si tratta così di eliminare un importante svantaggio competitivo rispetto ad altre piazze europee. Un segnale concreto a favore dell’intero settore.

Nell’attuale contesto congiunturale è infatti quanto mai importante anche per il settore finanziario poter offrire nuovi prodotti e servizi. Ora il Consiglio federale, finora tentennante pur senza argomenti convincenti, dovrà chinarsi sull’elaborarazione di un progetto di legge in tal senso.

Perché vi è necessità di agire a livello legislativo? Prima di tutto per accrescere la trasparenza; oggi è infatti indispensabile far ricorso a disposizioni legali di altri Stati con cui ben pochi addetti ai lavori hanno dimestichezza, disposizioni che possono variare anche significativamente a seconda del diritto straniero applicabile nel caso concreto. Maggiore trasparenza comporta anche maggiore sicurezza del diritto e quindi prevedibilità degli effetti giuridici per i clienti e per la piazza finanziaria. 

La seconda ragione è la creazione di valore aggiunto per la nostra piazza economica: grazie ad un trust di diritto svizzero si creerebbero posti di lavoro nel nostro Paese per poter soddisfare la domanda costantemente in crescita. A dispetto della grande mobilità del capitale sarebbe così possibile trattenere in Svizzera consistenti averi patrimoniali di cittadini svizzeri residenti all’estero e attirare quelli di cittadini stranieri interessati ad una gestione patrimoniale secondo i criteri di qualità dei nostri istituti finanziari.

Il terzo motivo è che la vigilanza sui trustee stranieri è molto più complessa in un’ottica di prevenzione del riciclaggio di denaro che non invece sui trustee svizzeri e residenti nel nostro Paese.

È tempo che il governo agisca!

Giovanni Merlini, Consigliere nazionale, “Negli ultimi due anni il nostro parlamento ha chiaramente espresso, a più riprese, il suo consenso nei confronti dello strumento del trust, la cui adozione elimina un importante svantaggio competitivo per la piazza finanziaria svizzera. È dunque tempo che il Consiglio federale prenda finalmente atto di questa volontà e presenti un disegno di legge per la codificazione del trust in Svizzera.”