Il Nazionale chiede strumenti adeguati per prevenire i rischi legati alle criptovalute

Non passa giorno senza che la tecnologia blockchain faccia parlare di sé, nel bene e nel male. Proprio nell’ottica di prevenire potenziali rischi legati alle criptovalute, il Consiglio nazionale ha approvato oggi - contro il parere del Consiglio federale - una mozione del Consigliere nazionale PLR Giovanni Merlini, che chiede strumenti adeguati alle nuove esigenze di sicurezza e trasparenza dettate dalla diffusione di questi strumenti finanziari. Nel concreto, Merlini ha chiesto l'adeguamento delle normative concernenti gli strumenti a disposizione delle autorità penali, amministrative e civili in ambito procedurale, affinché essi siano applicabili anche alle criptovalute e non soltanto alle cose, ai crediti, ai diritti e ai dati informatici.

Non passa giorno senza che la tecnologia blockchain faccia parlare di sé, nel bene e nel male. Proprio nell’ottica di prevenire potenziali rischi legati alle criptovalute, il Consiglio nazionale ha approvato oggi - contro il parere del Consiglio federale - una mozione del Consigliere nazionale PLR Giovanni Merlini, che chiede strumenti adeguati alle nuove esigenze di sicurezza e trasparenza dettate dalla diffusione di questi strumenti finanziari. Nel concreto, Merlini ha chiesto l'adeguamento delle normative concernenti gli strumenti a disposizione delle autorità penali, amministrative e civili in ambito procedurale, affinché essi siano applicabili anche alle criptovalute e non soltanto alle cose, ai crediti, ai diritti e ai dati informatici.

L'approccio neutrale nei confronti delle nuove tecnologie è politicamente sensato ed emerge anche dal Rapporto del Consiglio federale sulle monete virtuali. Da allora le criptovalute si sono diffuse enormemente. Gli operatori privati e le organizzazioni internazionali prevedono un'accelerazione di tale sviluppo nei prossimi anni. Appare quindi opportuno, da una parte, individuare le lacune del sistema di protezione contro gli abusi e dall'altra mettere a disposizione delle autorità gli strumenti necessari per far fronte alla diffusione dei vari tipi di monete elettroniche che ognuno può emettere utilizzando una rete informatica “peer to peer” decentralizzata e organizzata in base a criteri criptografici, e che consentono di regolare i pagamenti.

Una gran parte di monete criptografiche è totalmente anonima, il che facilita le estorsioni informatiche ed il riciclaggio. Si tratta quindi di arginare i rischi legati all'anonimato e di valutare la necessità di equiparare i responsabili di piattaforme di scambio delle criptovalute agli intermediari finanziari e di assoggettarli alla vigilanza diretta della Finma in materia di antiriciclaggio. Inoltre si tratta di fornire alle autorità giudiziarie ed amministrative gli strumenti procedurali adatti alle criptovalute per la messa in sicurezza di valori patrimoniali: tramite sequestri e confische penali, garanzie e fideiussioni fiscali, pignoramenti di uffici di esecuzione e fallimento e sequestri civili, comprese le misure provvisionali. Le autorità civili, penali e amministrative devono poter impedire che i valori patrimoniali espressi in moneta virtuale sfuggano a questi provvedimenti procedurali previsti dalla legge. Inoltre le stesse autorità devono poter disporre di un codice nominativo che consenta loro di tenere al sicuro le criptomonete oggetto dei summenzionati provvedimenti, per la durata necessaria.    

Servono strumenti adeguati

Giovanni Merlini, Consigliere nazionale, “È importante che il Consiglio federale presenti al più presto le modifiche di legge necessarie per predisporre gli strumenti procedurali necessari alle autorità giudiziarie (civili, penali) e alle autorità amministrative, da applicare alle confische, ai sequestri, ai pignoramenti ecc. anche degli averi patrimoniali sotto forma di criptovaluta, in modo da poter combattere efficacemente e ad armi pari il crimine economico e finanziario. Ciò permetterà anche di tutelare meglio l’immagine della nostra piazza finanziaria”.