Il Nazionale ha deciso: i canoni d'acqua resteranno in vigore fino al 2025

Il Consiglio nazionale ha votato oggi 153 voti contro 53 e 2 astensioni a favore della proroga fino alla fine del 2024 del tasso d'interesse massimo fisso di 110 franchi per chilowatt di potenza lorda (kW lordo) sui canoni d’acqua, che sarebbe stato valido solo fino alla fine del 2019. La Camera del popolo ha così seguito il Consiglio degli Stati, che lo scorso settembre aveva già deciso in tal senso. Una decisione importante per il Ticino che ogni anno incassa oltre 55 milioni di franchi attraverso lo sfruttamento delle sue risorse idriche.

Il Consiglio nazionale ha votato oggi 153 voti contro 53 e 2 astensioni a favore della proroga fino alla fine del 2024 del tasso d'interesse massimo fisso di 110 franchi per chilowatt di potenza lorda (kW lordo) sui canoni d’acqua, che sarebbe stato valido solo fino alla fine del 2019. La Camera del popolo ha così seguito il Consiglio degli Stati, che lo scorso settembre aveva già deciso in tal senso. Una decisione importante per il Ticino che ogni anno incassa oltre 55 milioni di franchi attraverso lo sfruttamento delle sue risorse idriche, e fortemente appoggiata anche dal PLRT con il Consigliere di Stato Christian Vitta nella sua veste di Presidente della Conferenza dei Cantoni alpini e dalla deputazione parlamentare PLR alle Camere federali, Fabio Abate, Giovanni Merlini e Rocco Cattaneo.

La proposta di ridurre a titolo generale, nel corso del periodo di transizione, il canone massimo da 110 franchi per chilowatt di potenza lorda (kW/lordo) a 80 franchi per kW/lordo era apparsa immediatamente ingiustificata ed entrambe le Camere - su proposta del Consiglio federale - hanno infatti deciso di non sostenere questa soluzione. Con la decisione odierna, il Parlamento garantisce così la necessaria certezza giuridica per il lavoro futuro. Il regolamento transitorio concordato consente infatti al Consiglio federale di elaborare un progetto di modello di tasso d'interesse per l'acqua a partire dal 2025 e di metterlo in consultazione.

A livello politico, resta comunque urgente lavorare ad un riassetto di un mercato dell’energia elettrica in questo momento completamente distorto. In prospettiva, ad ogni modo – come condiviso anche dai governi cantonali di Uri, Obvaldo, Nidvaldo, Glarona, Grigioni, Ticino e Vallese – un’eventuale riduzione dei canoni d’acqua non dovrà superare i 10 franchi per KW/lordo.

Un risultato molto significativo

Christian Vitta, Consigliere di Stato, “Si tratta di un risultato significativo sotto molti aspetti. Da una parte si riconosce il valore delle nostre acque, del nostro ‘oro blu’; una risorsa molto importante, che va dovutamente valorizzata. D’altra parte è giusto sottolineare come questa decisione conferma lo spirito di solidarietà nei confronti dei Cantoni alpini”.