Sulla LIA passa la "linea PLR": no all'abrogazione, si alle alternative

Mentre nelle scorse settimane la Legge sulle Imprese Artigianali sembrava avere le ore contate, grazie alla decisa presa di posizione del PLR - che la scorsa settimana ha chiesto di voler approfondire tutte le alternative per salvaguardare gli intenti della legge prima di decidere di abrogarla - anche la Commissione della Legislazione ha appoggiato, oggi, questa scelta, rinunciando alla prevista discussione in Gran Consiglio della prossima settimana (che avrebbe portato all’abrogazione tout-court della LIA) con l’idea apportare gli indispensabili correttivi, affinché la legge sia rispettosa del diritto superiore.

Mentre nelle scorse settimane la Legge sulle Imprese Artigianali sembrava avere le ore contate, grazie alla decisa presa di posizione del PLR - che la scorsa settimana ha chiesto di voler approfondire tutte le alternative per salvaguardare gli intenti della legge prima di decidere di abrogarla - anche la Commissione della Legislazione ha appoggiato, oggi, questa scelta, rinunciando alla prevista discussione in Gran Consiglio della prossima settimana (che avrebbe portato all’abrogazione tout-court della LIA) con l’idea apportare gli indispensabili correttivi, affinché la legge sia rispettosa del diritto superiore. Il PLR sottolinea l’importanza di questa decisione, soprattutto con l’intento di continuare a favorire la qualità del lavoro in Ticino, tutelare la sicurezza dei lavoratori e stimolare la promozione di una sana concorrenza tra le imprese artigianali.

La decisione di sospendere l'abrogazione della LIA per cercare altre strade, permetterà sia di rispettare il diritto superiore, sia di approfondire le alternative a tutela dei nostri artigiani – che sono il cuore della nostra economia - con tempistiche chiare da parte del parlamento. Per il PLR si tratta di un segnale di sostegno e vicinanza alle aziende e agli artigiani che riconoscono gli aspetti positivi della LIA.

Basta con i proclami superficiali

Bixio Caprara, presidente, “Sarebbe ora di smetterla di lavorare in modo declamatorio, volendo a tutti i costi compiacere la gente. Ci sono delle regole che vanno rispettate. Il Dipartimento del Territorio è stato determinante nell’elaborazione di questa normativa, ma non ha consigliato con la dovuta attenzione al diritto superiore la Commissione nella stesura del testo di legge trovandosi quindi nel pantano attuale. Vista la malparata si è optato poi per proporre un'abrogazione frettolosa che da parte nostra sarebbe stato un chiaro segnale di voler alzare bandiera bianca sul tema. Al contrario, vista l'importanza di questa legge per l'artigianato ticinese, riteniamo che prima vadano approfondite le alternative e poi si prenda una decisione su come procedere".