Essere oggi liberaliradicali - L'editoriale del 5 dicembre

I delegati del Comitato cantonale il 28 novembre hanno approvato e sostenuto la proposta dell’Ufficio presidenziale di un progetto da affrontare assieme per rilanciare il nostro partito. Qualcuno ha utilizzato l’efficacia metafora di un’attraversata del deserto per sottolineare come si debba trovare il giusto percorso in un contesto difficile. Da parecchio tempo registriamo una progressiva erosione di consensi e la sfida consiste ovviamente nell’invertire il trend negativo.

I delegati del Comitato cantonale il 28 novembre hanno approvato e sostenuto la proposta dell’Ufficio presidenziale di un progetto da affrontare assieme per rilanciare il nostro partito. Qualcuno ha utilizzato l’efficacia metafora di un’attraversata del deserto per sottolineare come si debba trovare il giusto percorso in un contesto difficile. Da parecchio tempo registriamo una progressiva erosione di consensi e la sfida consiste ovviamente nell’invertire il trend negativo.

Le varie tappe di questo percorso saranno affinate nei prossimi giorni. Certo è che vi dovrà essere il coinvolgimento di chi crede nei valori liberaliradicali così come di chi è più scettico e perplesso. Certo è che il lavoro richiederà grande umiltà e la disponibilità a “mettere i piedi nel fango” da parte di chi nel partito ha cariche istituzionali ai vari livelli. L’obiettivo è chiaro; trasformare una crisi in un’opportunità avviando una profonda riflessione sul significato di essere liberaliradicali oggi e domani per servire al meglio il nostro splendido cantone.

L’attualità politica ci confronta però anche con la stretta attualità dell’elezione del Consiglio federale il prossimo 11 dicembre. Ignazio Cassis è stato subito individuato come la vittima sacrificale dell’improvvisa crescita dei Verdi.

La presenza di un rappresentante della Svizzera italiana in Consiglio federale, della terza cultura e lingua nazionale, è strettamente correlata al tema della coesione nazionale. La Svizzera è quella straordinaria “Willensnation” (uno Stato basato sulla volontà di stare insieme) che grazie al federalismo consente la convivenza pacifica e virtuosa di diverse lingue e culture, di diverse realtà cittadine, rurali e alpine, di diverse religioni e sensibilità. Dallo sforzo continuo di comprensione reciproca derivano le nostre capacità nell’arte del dialogo e del compromesso, capacità che ci vengono riconosciute in tutto il mondo e che ci portano a svolgere il difficile ruolo di intermediazione tra paesi in conflitto.

Ma poi vi sono i meriti specifici dell’azione politica di Ignazio Cassis in questi primi due anni che vanno sottolineati. Finalmente ha messo su tavolo del Consiglio federale con grande trasparenza tutti gli elementi per definire la questione delle relazioni con l’Europa sul quale il popolo potrà esprimersi. Ha riorientato gli aiuti della Svizzera ai paesi in via di sviluppo pretendendo la definizione di chiare priorità e il rispetto del sacrosanto principio dell’efficacia. L’indicazione di limitare i rapporti all’essenziale e a 50 pagine invece delle precedenti 450 la dice lunga. Ha rafforzato il ruolo internazionale della Svizzera quale paese neutrale. A Ginevra è stata consolidato il centro di competenza per la diplomazia internazionale e il trattato di pace mediato dalla Svizzera in Mozambico dopo 42 anni di guerra sono solo due dei numerosi risultati che Cassis ha saputo raggiungere. Per questi motivi è nell’interesse della Svizzera che il suo lavoro possa proseguire ed è auspicabile che il Consiglio federale intero sia confermato il prossimo 11 dicembre.

La politica interna è anche politica estera, la coesione interna è la stabilità della Svizzera.

Bixio Caprara, presidente