Far sentire il sostegno del PLR

L'impegno del PLR nel periodo "caldo" della pandemia è stato intenso e si è concentrato su più fronti. Dall'attenzione agli aiuti per aziende e lavoratori indipendenti, fino all'allarme per il crescente disagio giovanile. Al Comitato cantonale del 6 maggio il vicepresidente Omar Gianora ha tracciato un riassunto della situazione e ne ha parlato con OL in questa intervista.

Bellinzona, 28 settembre 2012 - Ti diamo la parola - Omar Gianora foto Crinari

Omar Gianora. In che modo i nostri valori liberali radicali di base libertà, coesione e progresso trovano declinazione in questo momento difficile?

Il PLR si è chinato innanzitutto sull’adattamento del proprio programma di legislatura, la nostra “bussola” che si è trasformato nell’Agenda PLRT 2030, un documento in continua evoluzione, basato sui 7 pilastri fondamentali della nostra azione politica – economia e lavoro, fiscalità e finanze, formazione, digitalizzazione, ricerca, sanità e ambiente – in cui sono contenuti gli indirizzi generali che costituiscono il nostro piano d’azione politico. Fin dall’inizio della crisi pandemica, infatti, il PLR è intervenuto con richieste e prese di posizione puntuali sul tema, sempre muovendo da quanto inserito nel proprio documento programmatico, proponendo una chiara evoluzione nel suo messaggio e nelle richieste portate avanti a livello cantonale e federale.

Nel concreto quali sono le azioni del PLR?

Nella prima fase della pandemia, si è trattato in primo luogo di pensare alla sicurezza dei cittadini e al far sentire il sostegno del partito alle nostre Istituzioni, confrontate con una situazione inedita e dai contorni estremamente allarmanti e inquietanti. Già in questa prima fase, ci è però apparso chiaro come le conseguenze economiche della crisi sarebbero state enormi. E in questo senso il PLR già il 19 marzo 2020 si è mosso con proposte concrete di aiuto diretto alle aziende a corto e medio termine per affrontare l’assoluta novità del lockdown imposto alle attività.

Il fil rouge dell’azione durante la fase acuta della crisi Covid-19 ha poi portato a chiedere l’intervento economico dello Stato anche per gli indipendenti e per i titolari d’azienda (ad esempio con la richiesta d’accesso alle indennità di disoccupazione). Tutte misure che sono poi entrate in vigore (su iniziativa di Cantone e Confederazione) e stanno tutt’ora sostenendo le aziende maggiormente toccate dalla crisi.

Pian piano il focus del PLR si è poi spostato verso le giovani generazioni con la consapevolezza che adolescenza e gioventù sono quella fascia d’età caratterizzata soprattutto da tappe di sviluppo nelle quali l’individuo acquisisce progressivamente la sua autonomia e forgia la sua identità. Una categoria particolarmente toccata dalle misure restrittive, sia sul piano pratico sia su quello psicologico.

Nel suo intervento in comitato cantonale ha “scattato” delle istantanee che ha definito significative su come i giovani hanno recepito il peso della pandemia, che si è trasformato sempre più in un vero e proprio disagio: ci può spiegare meglio?

Nelle prime fasi della pandemia le reazioni dei giovani all’annullamento degli esami di maturità ci hanno consentito di percepire il peso per loro della crescente situazione di insicurezza e di tastare con mano l’insorgere di un disagio dei nostri giovani.

La fase acuta della pandemia – quella in cui parecchi erano gli allievi che del tutto spontaneamente asserivano “bello essere a scuola” –  ha fatto riscoprire ai più il valore della scuola in presenza, quale luogo di apprendimento di conoscenze e competenze ma anche quale luogo della relazione umana e del rapporto intergenerazionale. Un luogo ben distinto da quello dell’intimità familiare. Il PLR in quel periodo ha preso una franca posizione affinché fosse garantito il mantenimento della scuola in presenza.

Infine l’ultima istantanea è quella delle ultime settimane, del “Siamo abituati ad abbracciarci, a baciarci con gli amici ma i divieti sono pesanti (…)”. Dichiarazione significativa, dalla quale traspare la stanchezza per il perdurare delle restrizioni, la voglia di incontrarsi, la riscoperta dei valori intrinseci al “noi” piuttosto che all’”io”. Il PLR consapevole di questo disagio ha preso più volte posizione attraverso le varie richieste di accelerare i piani di vaccinazione (anche con un’interrogazione urgente e un’interpellanza al Consiglio federale dei nostri rappresentanti a Berna), di allentare progressivamente le restrizioni e di procedere con strategie di test rapidi di massa più decise. Il PLR è arrivato infine a chiedere al governo con una lettera di predisporre – soprattutto nei centri urbani, ma anche nel resto del Cantone – spazi d’incontro proprio con l’intenzione di rispondere all’emergere di un numero sempre maggiore di assembramenti senza controllo e di affrontare sul terreno il problema del crescente disagio giovanile.

Potevamo fare di più? Forse sì. Noi ce l’abbiamo comunque messa tutta. Siamo sempre aperti verso chi ci vuole aiutare nel fare ancora meglio in futuro: trasmetteteci le vostre riflessioni in merito alle criticità che intravvedete.