L'insegnamento e l'eredità Covid-19 - L'editoriale del 15 maggio

L’emergenza Corona virus è stata affrontata in SUPSI da tutti i collaboratori con grande dedizione e professionalità per rendere virtuale, in tempi record, l’insegnamento.

L’emergenza Corona virus è stata affrontata in SUPSI da tutti i collaboratori con grande dedizione e professionalità per rendere virtuale, in tempi record, l’insegnamento. Gli studenti, con impegno e flessibilità, si sono subito adeguati alle nuove condizioni quadro e l’anno scolastico sarà portato a termine senza problemi maggiori: un successo visto lo scombussolamento causato dall’epidemia.

Un sondaggio fra gli studenti ci ha dato le prime indicazioni che saranno preziose per pianificare l’anno accademico 2020/2021, probabilmente ancora condizionato dal Corona virus, ma anche per ripensare le modalità d’insegnamento. Fra gli aspetti positivi spicca in primo luogo l’autonomia. L’insegnamento a distanza permette agli studenti d’organizzarsi in modo individuale, gestendo in modo flessibile il proprio tempo e permettendo di conciliare al meglio lo studio con tutti gli altri impegni. Niente più trasferte casa-scuola sono state un risparmio notevole di tempo, di soldi, meno stress e un impatto ambientale positivo.

Appezzata infine l’esperienza del lavoro a distanza, una modalità che probabilmente ritroveranno nel futuro mondo del lavoro. Non solo rose e fiori, evidentemente. L’insegnamento a distanza ha ampi margini di miglioramento. Da una parte, sia dal profilo organizzativo che tecnico, con più tempo sarà possibile passare da una soluzione d’urgenza a qualcosa di più stabile e raffinato. D’altra parte i docenti, che con un tempo limitatissimo a disposizione in gran parte hanno potuto solo trasferire “in rete” l’insegnamento concepito per essere svolto in classe, potranno ripensare le loro lezioni non solo per adattarsi alle nuove tecnologie ma per poterne sfruttare il grande potenziale. L’insegnamento in presenza resterà la modalità principale anche in futuro ma la formazione a distanza, come il lavoro da casa, nella misura e nelle modalità corrette, saranno un’eredità positiva di questo momento difficile per la società tutta.

Alberto Petruzzella, presidente SUPSI