Per una scuola innovativa - L'editoriale del 21 settembre

Il 23 di settembre andiamo a votare sul progetto di sperimentazione nelle nostre scuole. Lo scorso 14 giugno a Pregassona il comitato cantonale, dopo ampia discussione, ha deciso e votato a sostegno di questa sperimentazione. È stata una decisione chiara, che conferma la disponibilità dei liberaliradicali a un progetto di riforma della scuola dell’obbligo, ma non è stata una cambiale in bianco data al Consigliere di Stato Bertoli.

Il 23 di settembre andiamo a votare sul progetto di sperimentazione nelle nostre scuole. Lo scorso 14 giugno a Pregassona il comitato cantonale, dopo ampia discussione, ha deciso e votato a sostegno di questa sperimentazione. È stata una decisione chiara, che conferma la disponibilità dei liberaliradicali a un progetto di riforma della scuola dell’obbligo, ma non è stata una cambiale in bianco data al Consigliere di Stato Bertoli.

I liberali radicali hanno storicamente sempre avuto a cuore le sorti della scuola ticinese, è un tema che ci è caro e costituisce le fondamenta del nostro programma di partito. Abbiamo lavorato sul tema in modo intenso, coinvolgendo parecchi nostri rappresentanti, come l’associazione Lascuola, docenti e direttori di scuola media. Questo lavoro ha permesso di correggere in modo sostanziale il modello inizialmente proposto.  L’elemento centrale della nostra proposta alternativa è un’offerta differenziata nel secondo ciclo di scuola media, ritenuta un complemento essenziale e irrinunciabile rispetto al tema della differenziazione pedagogica. Gli allievi non sono tutti uguali ed è utile proporre percorsi differenziati a dipendenza delle loro capacità, attitudini e maturazione.

Affermiamo in modo chiaro e forte, che oggi il percorso professionale deve essere considerato a tutti gli effetti di pari grado rispetto al curriculum liceale. Grazie alla maturità professionale e alle scuole universitarie professionali vi è la possibilità di accedere a qualsiasi livello di formazione si abbia la volontà e la capacità di raggiungere. È ben evidente che non può essere il Gran Consiglio ad elaborare una proposta definita in ogni dettaglio. La politica deve definire gli indirizzi che poi la sperimentazione permetterà di affinare e concretizzare. 
Abbiamo soprattutto fiducia nei docenti e nelle direzioni di istituto. Sono loro che determinano la qualità della scuola, non modelli d’importazione studiati a tavolino da un vertice dipartimentale che ha ecceduto nell’impostazione ideologica del progetto. Per questo motivo, nella ponderazione dei pro e dei contra, pensiamo sia meglio sperimentare nell’interesse dei nostri giovani a cui assicurare condizioni quadro migliori e caratterizzate da innovazione invece di conservatorismo.

Bixio Caprara, presidente