Quando i pilastri vacillano - L'editoriale del 13 settembre

Qual è il tema politico in Svizzera che suscita più consenso e dissenso allo stesso tempo? Probabilmente quello della politica di previdenza e, in particolare, del primo pilastro. Il consenso è unanime nel riconoscere che il primo pilastro è in pericolo e che occorrono misure urgenti per risanarlo.

Qual è il tema politico in Svizzera che suscita più consenso e dissenso allo stesso tempo? Probabilmente quello della politica di previdenza e, in particolare, del primo pilastro.

Il consenso è unanime nel riconoscere che il primo pilastro è in pericolo e che occorrono misure urgenti per risanarlo. Se nel 1948 sei cittadini attivi sostenevano un pensionato, oggi questa proporzione è scesa a 3.4 ed è destinata a calare ulteriormente nei prossimi anni. Dal 2014 il primo pilastro registra deficit miliardari ogni anno e, nonostante un po’di ossigeno dato dalla RFFA, la bancarotta è prevista per il 2035.

Se tutti riconoscono l’urgenza, la politica negli ultimi anni non è riuscita a proporre una vera riforma strutturale che risolva il problema a lungo termine. Questo obiettivo non sarà nemmeno raggiunto dalla riforma AVS21 presentata tre settimane fa. I Giovani liberali radicali, preoccupati più delle altre generazioni per l’insostenibilità del sistema, lanceranno quindi nelle prossime settimane un’iniziativa popolare impopolare. Il testo chiede di aumentare l’età di pensionamento in due tappe. In un primo momento, a 66 anni con una progressione di 2 mesi all’anno e poi legare l’età di riferimento alla speranza di vita. La proposta è coraggiosa e susciterà stimolanti critiche, soprattutto per quanto riguarda la disoccupazione degli over 50 e i mestieri logoranti. Secondo gli ultimi sondaggi, però, l’accettazione per un aumento dell’età di pensionamento non è mai stata così alta in Svizzera.

Come liberaleradicale, ritengo che sia nostro compito pensare oltre la legislatura e proporre soluzioni durature a problemi urgenti come questo. Una mancanza di coraggio, in questo momento, sarebbe una mancanza di responsabilità.

Alessio Mina, membro del Comitato GLRS