Quattro misure per l’ambiente amiche dei cittadini

L’importazione sempre più massiccia di prodotti da Paesi che hanno l’abitudine di nascondere sotto il tappeto la “polvere” del mancato rispetto dei diritti sociali e quella dei problemi climatici come la Cina rappresenta un aspetto fortemente critico. Ma la ricerca di una soluzione passa necessariamente da una serie di misure varate a livello internazionale che siano (si spera) davvero vincolanti per questi Paesi. A costo di dover ricorrere - in ultima ratio - a sanzioni e penalizzazioni. Come dimostrato dal recente “premio” Sasso del Diavolo, attribuito al trasporto più assurdo di una merce di consumo, anche in Svizzera e a livello più locale è quanto mai necessario agire.

Come farlo a livello ticinese? Bisogna premettere una cosa: il minor potere d’acquisto dei ticinesi rispetto a molti nostri connazionali impone che alla strada dei divieti, delle sanzioni e dei balzelli venga preferita quella che passa attraverso una politica di incentivi e di una riduzione del peso burocratico. Vorrei fare qualche esempio concreto di misure efficaci e applicabili senza troppi rischi d’incepparsi negli ingranaggi della politica lenta o in quelli dell’eccessiva burocrazia.

Il primo esempio è proprio burocratico. Perché mai nei nuclei e nei rustici è così complicato poter applicare i pannelli solari? Questi interventi sul territorio hanno un duplice vantaggio: permettono il recupero e la valorizzazione delle costruzioni della nostra tradizione sul territorio e rappresentano una concreta misura di politica ambientale. Le procedure vanno semplificate. Anche pensando di farle sottostare ad una sola procedura di notifica a livello comunale.

Bisogna poi costruire meglio. In che senso? Costruire un palazzo con standard Minergie comporta costi elevati. Propongo quindi di valutare la possibilità che lo Stato offra la possibilità al costruttore di edificare un piano in più, senza ulteriore burocrazia, a condizione che siano rispettati gli standard Minergie. Paradossalmente, si finirà con l’avere una casa con un piano in più, ma sul lungo periodo permetterà di consumare meno energia rispetto ad una con un piano in meno, ma costruita in modo “normale”. Dopo 10 anni dalla costruzione, il “mancato” consumo energetico potrebbe essere premiato da deduzioni fiscali mirate.

La mia terza proposta è quella di costituire un fondo per il risanamento di tutti gli edifici costruiti prima del 1990 anche attraverso un programma di burocrazia alleggerita momentaneamente: si tratta di un patrimonio edilizio importante. E risanare significa risparmiare energia (consumi meno e meglio).

Credo infine sia urgente creare un Abbonamento Generale per il bike sharing in Svizzera da inserire nello swiss pass come sistema di noleggio unico a livello nazionale.

In conclusione: per raggiungere gli obiettivi climatici, rispettare l’ambiente e ridurre il più possibile le emissioni di CO2, servono misure concrete che siano amiche dei cittadini. Solo così potremo costruire un futuro vero.

Alessandro Spano, candidato al Consiglio nazionale, LaRegione, 3 settembre 2019