Molto meno degna di elogi, come sa chi abbia visitato qualche impianto sportivo in altri Cantoni, è la nostra situazione sul fronte infrastrutturale. Dire che il Ticino sia indietro rispetto al resto della Svizzera è quasi un complimento. È come se la nostra grande passione non riuscisse a tradursi in investimenti, per motivi che a me risultano piuttosto misteriosi: è solo scarsa lungimiranza, oppure c’è disinteresse da parte della politica cantonale?
La cronaca recente ci fornisce diversi spunti preoccupanti, a proposito di impianti sportivi vetusti al punto di rischiare la chiusura. L’ultimo esempio viene dal Mendrisiotto, con lo stop alle attività nella piscina «sotto il pallone» di Chiasso e il guasto che ha messo KO la gettonata piscina Canavée a Mendrisio. Il risultato di questo doppio guaio: atleti e scolari rischiano di rimanere senza attività sportiva per tutto l’inverno. Per fortuna, nel frattempo, una soluzione provvisoria sembra essere stata trovata, ma si tratta solo di un cerotto e altri problemi potrebbero presentarsi nei prossimi mesi e anni, visto che i due impianti sono decisamente datati. Dal Cantone, nelle prossime settimane, è attesa una risposta sulla costruzione di un impianto regionale – c’è da sperare che sia positiva.
Tutti i Comuni cercano, chi più chi meno, di fare la loro parte: con le risorse a disposizione, si ingegnano per mantenere più o meno in forma le loro strutture. Per quanto riguarda Lugano, a inizio 2023, in Consiglio comunale dovremo decidere su un intervento di impiantistica per la piscina comunale coperta, vecchia di oltre 40 (!) anni. Nel frattempo, però, siamo già in ansia per la possibile chiusura in contemporanea della piscina alle scuole di Trevano e di quella al Liceo di Lugano 1. È vero che in futuro ne sarà realizzata una nuova, con 8 corsie, vicino al Polo sportivo, ma a medio termine avere due piscine in meno significa che la Città resterà sprovvista di spazi per il nuoto, una delle forme più popolari dello sport di massa.
Con la parziale eccezione del Locarnese – ma solo perché al CST di Tenero è la Confederazione a investire… – ai miei occhi la situazione appare perlomeno complicata in tutto il Cantone. Mi sembra quindi urgente che la politica dia avvio ad una mappatura generale delle nostre infrastrutture sportive, per descrivere in modo oggettivo la situazione in cui ci troviamo.
Bisognerà non solo censire gli spazi esistenti e i loro tassi di occupazione, ma anche analizzare le scadenze previste per le manutenzioni. In parallelo a questo sforzo di trasparenza, sarebbe bene anche avviare una discussione sul futuro dello sport in Ticino, che coinvolga autorità, scuole e società sportive. Mi immagino un dialogo che, nella migliore delle ipotesi, possa sfociare in una strategia condivisa per definire cosa manca sul nostro territorio e dove investire.
Dati precisi e visioni condivise: di questo abbiamo bisogno, per capire quale è la nostra posizione a livello intercantonale e per assicurarci che lo sport ticinese abbia tutte le risorse delle quali ha bisogno per tenere accesa la fiamma della passione, ma anche per svolgere i suoi compiti a favore della salute pubblica.
Jean-Jacques Aeschlimann, candidato al Consiglio di Stato