La politica ambientale liberale radicale è qualità di vita

Documento di posizione presentato al Comitato cantonale del 10 marzo 2022

Combattere il riscaldamento climatico, ma anche il blackout energetico – Il tema dell’energia è sempre più al centro dell’attenzione, poiché l’approvvigionamento energetico è fondamentale per la quotidianità delle persone e delle aziende. Le sfide sono tante e difficili: una produzione elettrica insufficiente per coprire i consumi, l’aumento vertiginoso dei prezzi o la lotta ideologica di forze politiche che, come traguardo finale, intendono abbattere e superare il nostro sistema liberale.

Concretezza, pragmatismo, visioni – Il Consiglio federale ha finalmente deciso di agire e affrontare il problema, parlando apertamente di crisi energetica imminente, vista l’alta probabilità di blackout durante i mesi invernali. Non bisogna cedere agli allarmismi, ma il tema è delicato e non possiamo tergiversare: ecco perché il PLR promuove un approccio concreto e pragmatico – come è sempre abituato a fare. È importante, per una politica ragionevole, dotarsi delle visioni a lungo termine e di una strategia coerente, senza ricorrere a soluzioni a innaffiatoio o iniziative puramente declamatorie.

I tre pilastri della nostra sfida: approvvigionamento, economicità e ambiente. Le conseguenze delle nostre azioni, come il cambiamento climatico e il declino della biodiversità, sono una sfida enorme, da affrontare con determinazione. La politica energetica, per essere efficace, deve poggiarsi su tre pilastri fondamentali:

  1. la sicurezza dell’approvvigionamento energetico: perché il Paese non può fermarsi
  2. l’economicità: perché dobbiamo evitare di creare nuove crisi sociali
  3. la sostenibilità ambientale: perché il Pianeta che abitiamo è uno solo.

L’equilibrio tra questi tre principi permette una politica energetica realizzabile, finanziabile e condivisibile da parte della popolazione e dalle aziende.

In un Paese liberale le sfide non si vincono con i divieti – Tra i maggiori talenti della Svizzera abbiamo la capacità d’innovazione e la fiducia nel progresso. Dobbiamo curare le nostre condizioni quadro, abbandonando la tentazione di una rigida politica di proibizioni e tasse. Una politica ambientale liberale-radicale è anche una politica economica, capace di creare posti di lavoro e, quindi, coesione. L’affossamento della Legge sul CO2 ci insegna che la popolazione non è pronta ad accettare rincari eccessivi e non intende farsi dettare il proprio stile di vita. Bisogna trovare una via alternativa. Una politica ambientale liberale è un'opportunità per tutti: per i cittadini, le famiglie e le aziende. Il nostro Paese è troppo piccolo per contenere le temperature del Pianeta, ma è all’avanguardia nella ricerca e potrà dotare il resto del mondo di innovazioni per vincere la sfida climatica globale.

Le generazioni future hanno diritto a risorse naturali ben conservate – Queste risorse sono tuttavia sottoposte a una pressione crescente a causa del cambiamento climatico e dell'erosione della biodiversità. Il cambiamento climatico, indotto direttamente o indirettamente dall'Uomo, è un problema globale, che possiamo osservare con il ritiro dei ghiacciai, l'aumento degli eventi meteorologici estremi, il declino della diversità vegetale e animale o ancora i cambiamenti nel bilancio idrico. Tutti questi comportamenti causano un deterioramento della qualità della vita e mettono a repentaglio il sistema economico e sociale. Il PLR è determinato ad affrontare queste sfide.

Il sistema liberale non è il problema, ma una soluzione trasversale. Troppo spesso la politica ambientale assume toni ideologizzati e viene usata come grimaldello per scardinare il sistema liberale, che da sempre stimola il benessere del nostro Paese. Una politica ambientale efficace va di pari passo con la politica economica, intesa come opportunità di creare posti di lavoro e sicurezza sociale; solo con un'economia forte si garantisce prosperità e qualità di vita, garantendo il finanziamento di misure per l’ambiente, delle assicurazioni sociali, delle pensioni di vecchiaia, della ricerca o delle infrastrutture.

La Svizzera si comporta bene. Il PLR anche. Siamo una Nazione prosperosa e orientata all'esportazione, mantenendo in ambito ambientale una buona posizione nel confronto internazionale. Questo è dovuto, tra l'altro, al mix favorevole di produzione elettrica, alla presenza ridotta di allevamenti intensivi e ai grandi sforzi intrapresi dalle imprese. Tuttavia, la Svizzera emette, indirettamente, molto CO2 all'estero attraverso le sue importazioni; anche l'acqua e il suolo sono sotto pressione da più parti. Abbiamo quindi bisogno di trovare un ampio consenso su un pacchetto completo di misure, sia in Svizzera che all'estero. Il PLR sostiene l'accordo di Parigi sul clima: le emissioni di gas serra devono essere dimezzate entro il 2030 (rispetto al 1990) e ridotte a zero entro il 2050.

Allo stesso tempo dovremo migliorare la qualità dell'acqua, dell'aria e del suolo e fermare l'erosione della biodiversità. Occorre adattare le nostre attività economiche, riflettere sui nostri stili di vita e ridurre il consumo di combustibili fossili.

La sicurezza dell’approvvigionamento energetico in Svizzera è una priorità. La negoziazione tra la Svizzera e l’UE sull’energia elettrica è in sospeso e il futuro è incerto per la Svizzera. È ormai da parecchi anni che siamo costretti a importare energia elettrica dai nostri vicini europei, largamente prodotta con il nucleare e il carbone. Nel corso dei prossimi anni anche questi paesi soffriranno inevitabilmente di penuria energetica e saranno sempre meno disposti a trasferirla all’estero. La strategia adottata finora dalla Confederazione è ormai destinata a un cambio netto di paradigma. Un cambiamento già in atto, visto che il Consiglio federale ha comunicato la necessità – in caso di penuria energetica – di ricorrere anche a centrali a gas, che non sono propriamente neutre a livello di CO2. La Confederazione ha dunque ammesso tacitamente che lo sviluppo di energie rinnovabili non solo è in ritardo, ma non basterà a coprire il nostro fabbisogno energetico.

Lottare contro il CO2 senza rinunciare all’approvvigionamento: sì alla neutralità tecnologica. La doppia sfida che dobbiamo vincere chiede una visione pragmatica e sistemica. Dobbiamo investire nelle risorse esistenti, ovvero il fotovoltaico, l’eolico, l’idroelettrico, senza dimenticare il potenziale dell’idrogeno e della geotermia. La tecnologia nucleare non può essere considerata un tabù, perché la scienza progredisce e una visione liberale non può arrestarla. Questo approccio non inibisce in alcun modo lo sviluppo e l’importanza delle energie rinnovabili, che deve rimanere prioritario. Si tratta piuttosto di riflettere apertamente, senza preconcetti, su come far collimare il crescente consumo di energia elettrica, la sicurezza dell’approviggionamento energetico e la decarbonizzazione della società. Vero, nel 2017 la popolazione ha scelto di abbandonare la produzione nucleare così come l’abbiamo conosciuta, ma sarebbe sbagliato precludere a medio termine l’innovazione e il progresso delle tecnologie.

L’approccio PLR si ancora alla Costituzione federale – L’art. 89 sancisce che “la Confederazione e i Cantoni si adoperano per un approvvigionamento energetico sufficiente, diversificato, sicuro, economico ed ecologico, nonché per un uso parsimonioso e razionale”. Il termine più importante, benché al momento più trascurato, sembra proprio essere “diversificato”. Ed è questa diversificazione che ci permetterà di coniugare il bisogno di energia con la necessità di salvaguardare l’ambiente, abbandonando rigidità ideologiche e teorie accattivanti, che si sciolgono di fronte alla realtà delle cose.

L’obiettivo finale: produzione indigena, pulita e sicura – L’approccio nel quale crediamo intende rafforzare la produzione indigena di elettricità, combinando una maggiore autosufficienza con l’integrazione completa nel mercato europeo dell’elettricità. Queste soluzioni devono essere coordinate con gli obiettivi climatici della Svizzera, nonché la promozione della nostra piazza economica e la competitività delle nostre aziende.

Il PLR al lavoro per un’ecologia e un’energia senza ideologia – L’approccio liberale-radicale, nella sua offensiva ambientale, non persegue un programma irrealistico, ma vuole presentare soluzioni pragmatiche che garantiscano la sicurezza nell’approvvigionamento e la nostra qualità di vita. Con questo spirito, il PLR con la responsabilità e lo spirito propositivo che lo contraddistingue, ha elaborato la propria visione per alimentare una politica climatica ed ambientale nell’interesse del Paese, delle attuali e delle future generazioni.

Per adempiere al meglio ai propri compiti sul piano locale e cantonale, ci muoviamo su cinque pilastri che orientano l’azione del nostro Gruppo di lavoro:

  1. Natura, ambiente e territorio
  2. Edifici e alloggi
  3. Lavoro, formazione e ricerca
  4. Mobilità (strada, ferrovia e aerea)
  5. Energia
     
  • Il Gruppo di lavoro è aperto a tutte e a tutti coloro che vogliono contribuire alle nostre visioni e a elaborare le misure necessarie per l’ambiente e l’energia. MAGGIORI INFORMAZIONI QUI

 

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