Il commento PLR alle votazioni del 7 marzo

Risicato sostegno all’accordo con l’Indonesia
Il No all’e-ID è una sconfitta per la digitalizzazione

Il si popolare all’accordo di libero scambio con l'Indonesia segna l'entrata in vigore di un trattato pionieristico, che apre nuove opportunità alle PMI svizzere, ciononostante il risultato solleva qualche inquietudine. Gli accordi di libero scambio, infatti, sono e restano fondamentali per la Svizzera e rappresentano una base importante per la nostra prosperità e qualità di vita. Per contro, il rifiuto in votazione dell'identificazione elettronica (e-ID) è deplorevole, perché significa per la Svizzera una perdita importante di tempo in termini di progresso digitale. Questo “no” arriva inoltre in un momento in cui sarebbe ancora più importante avere a disposizione soluzioni innovative. L'iniziativa per il sì al burqa combatte un falso problema con una soluzione sbagliata, limitando l'autonomia dei cantoni. Da un punto di vista liberale, questo non è il modo migliore di procedere.

Il PLR accoglie con favore l'approvazione da parte degli elettori svizzeri dell'accordo di libero scambio con l'Indonesia, perché il trattato permetterà alle aziende svizzere di avere un migliore accesso al crescente mercato indonesiano e di ottenere un vantaggio competitivo rispetto a molti concorrenti europei ed americani, che non dispongono di un accordo di libero scambio con Giacarta. L’accordo è particolarmente innovativo anche nel campo della sostenibilità, visto che si incoraggiano entrambe le parti ad aumentare i loro sforzi in questo settore. L'approvazione popolare serrata mostra che i cittadini svizzeri chiedono ulteriore chiarezza su questi aspetti, ma anche che è necessario insistere nel sottolineare l’importanza centrale del libero scambio per la prosperità in Svizzera.

No all’identificazione elettronica (e-ID)
Il popolo svizzero non vuole l'identificazione elettronica. Ed è un vero peccato, perché la Svizzera con il voto di oggi perde un'ottima occasione per dare ulteriore impulso al processo di digitalizzazione. Per il PLR, partito del progresso e dell’innovazione, questo risultato è deplorevole. Il tema dell'introduzione di un'identità elettronica è rimasto sul tavolo per 15 anni e la proposta bocciata oggi avrebbe creato una base giuridica sicura, con una chiara divisione dei compiti tra lo Stato e il settore privato. L'attuale crisi Covid-19 ha evidenziato il preoccupante ritardo della Svizzera nel campo della digitalizzazione. Disporre di un sistema di identificazione digitale avrebbe aperto la strada a ulteriori progetti in questo importante campo. Gli oppositori all’e-ID con il voto odierno potrebbero aver sdoganato un blocco nel campo della digitalizzazione.

Sì all'iniziativa sul burqa
Il PLR prende atto della volontà popolare d’inserire nella Costituzione un articolo dalla forte connotazione simbolica e culturale. Pur comprendendo e condividendo gli aspetti più problematici legati alla questione del velo integrale, con questa scelta si invade un campo che storicamente è sempre stato gestito in autonomia dai cantoni, che sono in linea di principio competenti per le norme di comportamento nella sfera pubblica. Inoltre, in Svizzera, obbligare oggi qualcuno a portare il velo integrale è già vietato e va pure detto che si parla di una casistica estremamente esigua, come peraltro ammesso anche dagli iniziativisti. Dal profilo turistico, temiamo un contraccolpo a livello di attrattiva del nostro Paese, a svantaggio di un settore che sta già attraversando momenti difficili a causa della crisi Covid-19.