La “Scuola che verrà”… non verrà. È venuto infatti a mancare il sostegno popolare. C’era da aspettarselo. Nonostante il grande lavoro svolto dal PLR per inserire nella sperimentazione un modello di scuola più aderente alla realtà e, soprattutto, meno votata all’ideologia, l’insistenza e la testardaggine dei vertici dipartimentali hanno condotto al prevedibile naufragio dell’intero progetto. Un vero peccato, soprattutto perché nel modello PLR erano contenuti aspetti quali la differenziazione in base alle competenze (e non alla causalità) in alcune materie che avrebbero certamente contribuito a dare alla nostra scuola una spinta verso il futuro considerando adeguatamente i percorsi professionali. I liberali radicali ribadiscono comunque la massima fiducia nei docenti e nelle direzioni d’istituto per far sì che la scuola ticinese rimanga, come oggi, una buona scuola. Una buona scuola fatta da buoni docenti e non da modelli di importazione.
I liberali radicali hanno storicamente sempre avuto a cuore le sorti della scuola ticinese, è un tema che ci è caro e costituisce le fondamenta del nostro programma di partito. Gli allievi, però, non sono tutti uguali ed è quindi indispensabile proporre percorsi differenziati a dipendenza delle loro capacità, attitudine e maturazione. Un aspetto contenuto nel modello promosso dal PLR, ma sistematicamente poco evidenziato (per non dire ignorato) dal dipartimento nella sua visione e promozione della sperimentazione oggi bocciata dagli elettori. Il PLR ha però fiducia nei docenti e nelle direzioni di istituto. Sono loro che determinano la qualità della scuola, non modelli d’importazione studiati a tavolino da un vertice dipartimentale che ha ecceduto nell’impostazione ideologica del progetto, pagandone il prezzo alle urne. Il PLR ci tiene a sottolineare che la nostra scuola è una buona scuola, anche se può essere sicuramente migliorata.
Alla luce del risultato delle urne, ci sembra essenziale ribadire in modo chiaro e forte che oggi il percorso professionale deve essere considerato a tutti gli effetti di pari grado rispetto al curriculum liceale. In questo senso, serve una scuola capace di valorizzare le potenzialità del singolo allievo, quindi differenziata in modo moderno, attento alle esigenze del mondo del lavoro e capace di stimolare ogni allievo nel dare il proprio meglio. Un’offerta quindi differenziata nel secondo ciclo di scuola media che sappia offrire senza giudizi di merito, da un lato, un indirizzo professionale a chi per attitudine, interesse e maturazione preferisce orientarsi alla formazione professionale e, dall’altro, un indirizzo che stimoli maggiormente il pensiero astratto, gli approfondimenti culturali e scientifici caratteristiche dell’orientamento accademico. Nella consapevolezza però della grande flessibilità dei percorsi, visto che entrambi possono permettere di raggiungere gli stessi risultati. E questo è un aspetto su cui il PLR vigilerà certamente anche in futuro. Anche perché il “sogno” del percorso accademico per tutti, a qualsiasi costo, ha portato in altre realtà a noi vicine a risultati disastrosi e davanti agli occhi di tutti: da studi universitari di scarsa qualità ad una dilagante disoccupazione giovanile, specie tra i neolaureati.
Passando ai temi in votazione federale, il PLRT esprime soddisfazione per il fatto che entrambe le insidiose iniziative agricole “Per alimenti equi” e “Per la sovranità alimentare” non siano state approvate dai cittadini. Il chiaro SÌ alle urne per il controprogetto all’iniziativa “Per la bici” permetterà invece di sviluppare la mobilità lenta in maniera più sicura, coordinata ed efficace su tutto il territorio nazionale. Perché la bici è gioia.