Livelli alle Scuole medie: ripartire da subito per un nuovo progetto condiviso

Il PLR è al lavoro e auspica una riforma solida pronta per settembre 2023.

Il PLR, dopo la bocciatura parlamentare del credito per la sperimentazione voluto dal DECS, si è riunito con il proprio Gruppo di lavoro per rilanciare il cantiere della Scuola media. L’obiettivo è quello di elaborare una proposta concreta nel corso dell’estate che possa essere discussa, condivisa e consolidata con tutti gli interessati per poi essere attuata a partire dal mese di settembre 2023. In questo senso il PLR è contrario all’annunciata iniziativa popolare che rischierebbe di creare ulteriori ritardi. I contenuti del progetto di riforma, che non vuole essere un’imposizione, saranno discussi anche con il DECS e nel concreto mirano a migliorare la formazione in uscita dalle scuole medie ripensando l’insegnamento di più materie oltre al tedesco e alla matematica attualmente suddivise in due livelli.

Oltre la diatriba tra inclusione e differenziazione. Il recente dibattito sui livelli ha messo in contrapposizione – a tratti in modo artificioso ed esacerbato – due concetti che possono e devono invece convivere. Per il PLR sono due i motori principali della coesione sociale: la scuola e un posto di lavoro. È importante quindi che la scuola dell’obbligo non crei delle categorizzazioni penalizzanti per i ragazzi ed è altrettanto essenziale che la formazione possa essere meglio orientata sulle potenzialità dei singoli allievi, così da prepararli al meglio per la formazione post obbligatoria, senza precludere alcun percorso: la scuola medio superiore o la formazione professionale. Insomma, gli allievi della scolarità obbligatoria devono poter consolidare le conoscenze di base e sviluppare la loro sete di conoscenze, che non è necessariamente univoca.

Il concetto di orientamento

È necessario che gli allievi sviluppino le loro attitudini e i loro interessi. Come? Con percorsi opzionali differenziati, in classi più piccole e questo in più materie.

  • Da un lato un approccio più astratto e con obiettivi d’approfondimento. Ad esempio, per l’italiano, competenze letterarie basate sulla dimensione estetica, formale, culturale.
  • Dall’altro un approccio più versatile e mirato al “saper fare”. Ad esempio, per l’italiano, una formazione linguistica pragmatica e basata su di un uso funzionale e quotidiano della lingua.

Una riforma chiara. È essenziale - come detto da moltissimi attori interpellati nella consultazione - che si chiariscano gli indirizzi della riforma dell’intero secondo biennio, ovvero la terza e la quarta media. È un’esigenza non solo didattica e pedagogica, ma anche legata alle concrete aspettative dei ragazzi e delle famiglie.

Un indirizzo moderno. Come detto più volte, l’obiettivo del superamento dei livelli non è tanto la loro abolizione in sé, ma è di migliorare la formazione in uscita dalle scuole medie. La nuova riforma dovrebbe dunque ripensare l’insegnamento di più materie rispetto alla matematica e al tedesco (le due materie attualmente suddivise in livelli A e B), affinché possano essere meglio sviluppate le singole - nonché nuove - competenze degli allievi. Si tratta di orientare parte dell’insegnamento, non tanto tra bravi e meno bravi, ma tra chi vuole un insegnamento più rivolto agli aspetti tecnologici e applicativi, e chi invece preferisce il percorso più generalista e di approfondimento dei vari aspetti delle discipline tradizionali.

Avvicinare la scuola dell’obbligo al post-obbligatorio. Vivere il mondo della formazione significa intercettare i molti segnali che arrivano dal mondo della formazione professionale e dalle aziende: una riforma deve imperativamente coinvolgere questi attori per definire meglio l’orientamento dell’insegnamento e delle varie materie, nonché ridefinire i criteri di accesso ai vari istituti dopo la scuola media. Non si tratta semplicemente di riflettere sulle note e le loro medie, ma di garantire e attestare agli allievi le competenze necessarie per affrontare con fiducia le nuove sfide formative e professionali, che mutano sempre più velocemente.

Un orizzonte ragionevole per la riforma: settembre 2023. Le critiche mosse da molti attori durante la consultazione si rifacevano anche a una tempistica troppo stretta per il progetto di superamento dei livelli. Per costruire il consenso necessario, affinare il modello di riforma, consolidare gli aspetti didattici e adattare le esigenze logistiche ci pare sensato porre come obiettivo il suono della prima campanella nel settembre 2023. In questo senso, l’annunciata iniziativa popolare è un percorso sbagliato per due motivi: le tempistiche della riforma si dilaterebbero e si definirebbe per legge un progetto che, invece, andrebbe prima costruito e condiviso – una forzatura politica inutile, insomma.

L’obiettivo del PLR è invece quello di discutere già quest’estate un primo modello operativo concreto di riforma, coinvolgendo chi vive quotidianamente la scuola: direttori, docenti, esperti di materia eccetera; i genitori e i ragazzi, nonché le molte associazioni anche politiche che si occupano di formazione.

Senza tabù e senza veti. Insieme e con la scuola. I toni del dibattito attorno all’abolizione dei livelli alla scuola media sono stati accesi, ma ora occorre tornare al lavoro con spirito di servizio e un principio ben chiaro: il bene superiore è rappresentato dalla scuola e dalla formazione di qualità, come recita l'Art. 58 della Legge della scuola: “Gli allievi hanno il diritto di ricevere un insegnamento conforme alle loro caratteristiche individuali”.

Il PLR collaborerà con grande motivazione, da oggi stesso, con le altre forze politiche e con il DECS, sebbene al Partito siano state mosse critiche assolutamente ingenerose e infondate.

Il tono e l’attitudine della presente presa di posizione intendono dimostrare la volontà di superare gli attriti per giungere a una riforma vera, moderna e convincente. Per le ragazze e i ragazzi, per le famiglie, per i docenti e per il nostro Ticino.