Coordinamento per garantire movimento - L'editoriale del 27 settembre

La parola centrale per la mobilità del futuro sarà il coordinamento: tra mezzidi trasporto, tra infrastrutture sempre più efficienti, tra livelli istituzionali e infine tra politiche pubbliche. La sfida della crescente domanda di mobilità, sommata a un aumento della popolazione, è infatti affrontabile solo con un approccio integrato che coinvolga anche le politiche legate allo sviluppo territoriale.

La parola centrale per la mobilità del futuro sarà il coordinamento: tra mezzidi trasporto, tra infrastrutture sempre più efficienti, tra livelli istituzionali e infine tra politiche pubbliche. La sfida della crescente domanda di mobilità, sommata a un aumento della popolazione, è infatti affrontabile solo con un approccio integrato che coinvolga anche le politiche legate allo sviluppo territoriale (densificazione e rilancio delle zone periferiche), all’urbanizzazione (con una ridefinizione dello spazio pubblico), al lavoro (flessibilità, lavoro da casa, spazi di co-working decentralizzati), alla formazione (ubicazione scuole, mense e differenziazione orari scolastici), alla ricerca e all’innovazione (efficienza energetica, mobilità elettrica, automazione, nuove misure digitali di gestione del traffico).

Tutto questo con una visione ampia e globale della società e del territorio; e con la consapevolezza che una totale libertà di movimento – senza regole né incentivi né limiti – non solo abbia delle pesanti conseguenze sull’ambiente di domani (si parla del 32% delle emissioni di CO2), ma comprometta anche la reale libertà di muoversi (“rien ne bouge quand tout bouge”). Proprio per questo delle misure di regolamentazione e pilotaggio – se necessario anche di limitazione della libertà personale – pos- sono essere considerate anche in un’ottica liberale radicale per permettere ad ognuno di trovare la propria via, trasformando lo spostamento da una perdita di tempo a un guadagno di tempo, per sé e per gli altri.

Nicola Pini, vicepresidente