La campagna elettorale nelle nostre Valli - L'editoriale del 7 febbraio

Si moltiplicano i contributi pubblicati sui quotidiani e sui portali dei numerosi candidati alle comunali. Spesso chi corre per un seggio nell’esecutivo di un centro urbano affronta temi e progetti concreti, tangibili e vicini alla quotidianità della popolazione; penso alla riqualifica di una strada oppure di una piazza, alla realizzazione di un parcheggio, alla ristrutturazione di un istituto scolastico.

Si moltiplicano i contributi pubblicati sui quotidiani e sui portali dei numerosi candidati alle comunali. Spesso chi corre per un seggio nell’esecutivo di un centro urbano affronta temi e progetti concreti, tangibili e vicini alla quotidianità della popolazione; penso alla riqualifica di una strada oppure di una piazza, alla realizzazione di un parcheggio, alla ristrutturazione di un istituto scolastico. Si percepisce la volontà di avvicinarsi alla cittadinanza, spolverando meriti, oppure snocciolando intenzioni e soluzioni; si ritiene poco proficuo soffermarsi su argomenti ostici e di difficile comprensione che rischiano inoltre di allontanare la candidata ed il candidato dalle reali aspettative della base, della gente. A tal proposito, non credo sia casuale l’emarginazione subita a Locarno dal tema delle aggregazioni comunali, al quale ogni partito o movimento potrebbe dedicare un intero programma elettorale.

Ma in campagna è importante evitare lo spreco di preziose munizioni; quindi prevalgono le sollecitazioni dell’associazione di quartiere, oppure della società sportiva che da tempo aspetta un miglioramento dell’infrastruttura occupata giornalmente da decine di ragazzi, accompagnati da molti genitori sensibili ed iscritti nel catalogo elettorale. Anch’io ci sono passato come candidato e municipale, perciò mi esprimo con cognizione di causa. Nelle zone periferiche, in particolare nelle valli, mi sembra siano state individuate e selezionate altre tipologie di argomenti, meno legate all’opera ed all’esigenza locale. L’interesse si sposta sulla necessità di adottare misure di promovimento economico con la creazione di posti di lavoro; Oppure si illustra l’importanza di un progetto intercantonale che coinvolge e occupa patriziati e amministratori comunali delle valli superiori; non mancano temi in ambito energetico, la cui complessità non ostacola la volontà di studiarli per poi riuscire a fornire con competenza e chiarezza spiegazioni e opinioni alla propria cittadinanza.

Anche le telecomunicazioni sono sempre presenti nell’agenda di un candidato di valle, giustamente irritato (e fors’anche sospettoso) dinnanzi alle tergiversazioni di coloro che da tempo avrebbero già dovuto ultimare opere condivise anche sotto la cupola di Palazzo federale. Mentre le situazioni che potremmo definire locali, sovente passano in secondo piano. I risultati conseguiti nella legislatura che va spegnendosi negli ambiti più vicini alla quotidianità dei comuni di piccole dimensioni, sembrano quasi scontati e soprattutto acquisiti: detto altrimenti, la popolazione ha visto, apprezzato e ringraziato; ora passiamo ad altro. Non c’è la coda per entrare in un municipio di paese, o meglio di un comune con meno di 5000 anime. Le lotte di potere cedono il passo alla riflessione sulle sfide che attendono le realtà delle nostre valli, dove non ha senso litigare per uno scranno. Le energie e la creatività vanno indirizzate altrove, nella piena consapevolezza della dimensione dei problemi che attendono ad esempio Maggia, la Lavizzara e la Valle Bedretto.

Questa breve riflessione vuole da un lato valorizzare il lavoro dei liberali radicali nei comuni di valle, ma dall’altro può giustamente trasformarsi anche in un sincero sentimento di ammirazione indirizzato a tutti coloro che si impegnano nei Municipi e nei Consigli comunali di queste realtà periferiche.

Fabio Abate