Politica sociale e politica sociale PLR

Giovedì 27 maggio la Direttiva Cantonale, ha affrontato il tema di una visione PLR della politica sociale. Alcuni esperti hanno stimolato il Presidente Speziali e la sala, condividendo le loro analisi sugli Enti che si occupano di socialità, lavoro e integrazione in Svizzera.

Il professor Giuliano Bonoli (UNIL e IDEHAP) invita ad una maggior attenzione sul tema delle disuguaglianze sociali. Lo Stato dovrebbe prediligere interventi mirati evitando, come egli segnala da tempo in alcuni suoi studi, incentivi “ad innaffiatoio” rivelatisi insoddisfacenti. A conclusioni simili è giunto pure il Dr. Marco Salvi di Avenir Suisse e sottolinea come il PLR sulla socialità condivide con altri partiti i medesimi obiettivi, ma ha una visione diversa nelle azioni da intraprendere per raggiungerli. Entrambi incoraggiano il partito a restar fedele ai principi e alla filosofia liberali, puntando sulla responsabilizzazione individuale e lo stimolo al lavoro. In poche parole, sostenere sì, ma in cambio di controprestazioni, anziché offrire sussidi incondizionati.  Entrambi sconsigliano la politica dei redditi di base – specie se troppo alti – poiché non invitano le persone a lavorare abbastanza. Sono state espresse criticità al riguardo delle “rendite ponte”, in vigore dal prossimo 1° luglio a partire dai 60 anni d’età. La misura potrebbe incoraggiare ancor più l’esclusione di un’importante forza lavoro già dai 55 anni. Gli esperti ritengono misure progressiste liberali gli incentivi al lavoro, gli incentivi che favoriscono la partecipazione attiva delle donne al mercato del lavoro e l’eliminazione del gap salariale tra donne e uomini.

Bonoli invita il PLR a dialogare maggiormente con il ceto medio-inferiore, che lavora molto, ma a cui sono offerte limitate possibilità d’ascensione sociale. Salvi consiglia piuttosto di puntare al pubblico urbano. Negli ultimi anni in Svizzera, il divario della disuguaglianza sociale non è peggiorato, contrariamente a quanto accaduto negli Stati Uniti e nei Paesi anglofoni. In una recente pubblicazione “sì alla formazione continua, purché mirata”, Salvi si è espresso a favore di bonus che stimolino il longlife learning per tutte le fasce di popolazione, affinché restino al passo con le sfide del mercato del lavoro. 

Bonoli mette in guardia dalle richieste di assistenzialismo da parte dei “perdenti della globalizzazione”. Egli cita il rapporto OCSE 2002 “Making work pay”, ritiene che il lavoro debba poter offrire maggiori vantaggi rispetto al non lavorare. Salvi esprime dubbi in merito all’attuazione di una simile misura in Svizzera, a causa degli aiuti sociali divenuti troppo generosi.

L’analisi sul profilo dell’elettorato del PLR ticinese del Dr. Andrea Pilotti (UNIL) offre ottimi spunti. Se da un lato si è in linea con i valori medi dei partiti ticinesi, si evince un impatto inferiore del PLR tra le persone che si ritengono insoddisfatte del proprio salario e tra i lavoratori indipendenti.

Molti spunti interessanti vengono dal pubblico, in generale concorde nel voler incentivare il lavoro.

Decisioni politiche che sembrano interessanti e generose, a volte si rivelano un boomerang, anziché uno stimolo al lavoro. Molti sono gli spunti su cui il PLR è chiamato a riflettere. Particolare attenzione va prestata alla formazione, alla flessibilità, alla responsabilizzazione individuale e delle imprese, al ruolo dello Stato, rispettivamente della socialità, alle misure necessarie per mantenere la pace sociale. Valorizzare il capitale umano è fondamentale per il futuro del nostro Paese, per garantire dei buoni cittadini e risolvere l’attuale scarsità dei contributi alle istituzioni sociali (AVS, casse pensioni…). In tutto questo occorre ricordarsi dei giovani, accompagnandoli nel mercato del lavoro, affinché possano collezionare esperienze di successo.

Mirella Mozzini, membra della Direttiva PLR