Tre punti chiave: pensioni, ambiente, Europa

La pandemia, che tutti speriamo tra qualche mese possa essere archiviata, ci ha fatto quasi dimenticare che nonostante il mondo si sia per un attimo fermato i problemi che erano sul tavolo non si sono magicamente risolti. Anzi, alcuni di questi si sono acutizzati e chiedono alla politica di tornare presto a costruire delle soluzioni. I grossi capitoli che saremo chiamati ad affrontare, e che in parte sono già ben presenti nell’agenda politica, sono 3, apparentemente diversi ma in realtà intimamente legati. Le nostre relazioni con l’Europa, il sistema pensionistico e la questione ambientale.

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Partiamo da quest’ultimo che è forse quello più percepito come una problematica, almeno da una parte della popolazione. È evidente a tutti che il nostro modello di sviluppo, complice anche un aumento importante del benessere della popolazione, ha raggiunto dei limiti fisiologici. A prescindere dalla questione climatica è chiaro che ci sono delle dinamiche che vanno cambiate: semplicemente non si è più in grado di sostenere nel lungo termine un livello di consumi come quello che abbiamo potuto vivere negli ultimi decenni. I passi, almeno in una prima fase, chiederanno qualche sacrificio e il cambiamento di alcune abitudini, ma sono certo che poi le soluzioni saranno sempre più adottate come una nuova normalità. Un piccolo esempio di come questo è successo anche in passato, oggi nessuno si sognerebbe di scaricare nei nostri laghi i liquami provenienti dalle fognature, eppure era qualcosa che 50 anni fa si faceva senza interrogarsi più di tanto.

Il secondo tema è quello del sistema pensionistico. Se l’AVS non verrà consolidata e riformata, e non mi riferisco solo all’intervento attuale che servirebbe a stabilizzarla solo fino al 2030, entro 30 anni il suo deficit cumulato sarà probabilmente oltre i 200 miliardi di franchi, una cifra enorme. Allo stesso tempo il secondo pilastro, che dovrebbe funzionare come un salvadanaio dove ognuno di noi accumula il suo capitale, già oggi in realtà preleva ogni anno miliardi dai risparmi dei giovani per pagare le rendite garantite ai pensionati. Insomma entrambi i meccanismi soffrono e tanto.

Il terzo tema riguarda le relazioni con l’Europa che volenti o nolenti resta il nostro partner più importante sotto qualsiasi punto di vista. Delle relazioni che sono certamente nell’interesse di entrambe le parti ma che sono utili per loro e vitali per noi. Questo per una semplice constatazione legata alla dimensioni economico sociali: 500 milioni di abitanti rapportati a 8, 17’000 miliardi di valore economico rapportati a 800, e naturalmente il fatto che tutti i nostri confini, Lichtenstein escluso, sono con paesi dell’Unione. Dicevo che questi capitoli sono intimamente legati, essi sono infatti 3 tasselli fondamentali per garantire un futuro a chi oggi nasce e cresce nella nostra Svizzera. Sì perché se si sbagliassero le scelte ci accorgeremmo di aver lasciato dopo di noi un Paese isolato, pieno di debiti e che non si è curato del proprio ambiente. Qualcosa che una classe politica responsabile non può e non deve accettare.

Alex Farinelli, Consigliere nazionale