Tassa di collegamento: si rinunci alla retroattività e si introduca una moratoria fino al 2025

Il Gruppo parlamentare PLR - primi firmatari i deputati Matteo Quadranti e Paolo Ortelli - ha depositato una Mozione in cui si chiede la rinuncia ad esercitare il diritto di incasso retroattivo sulla tassa di collegamento e che si decida per una moratoria per la sua entrata in vigore sino almeno al 1.1.2025, alla luce di eventuali nuove esigenze di mobilità post COVID-19. 

MOZIONE

Tassa di collegamento. Le autorità cantonali confermino la rinuncia ad esercitare il diritto di incasso retroattivo e decidano una moratoria per la sua entrata in vigore sino almeno al 1.1.2025 alla luce di eventuali nuove esigenze di mobilità post COVID-19

L’iter di adozione della tassa di collegamento è stato lungo e travagliato visto che si arrivò ad un voto popolare che la accolse a strettissima misura (50.70%) nel lontano giugno 2016.

L’imposta aveva quindi fatto scorrere fiumi di inchiostro e altro inchiostro scorrerà.

Come reso noto, dopo un'attesa di tre anni e mezzo, è giunta notizia che il Tribunale federale il 1° aprile 2020 ha dato definitiva luce verde alla tassa di collegamento. L'imposta, che il Consiglio di Stato ha introdotto per i maggiori generatori di traffico, aziende e centri commerciali in primis, ha superato dunque lo scoglio di Losanna. Al momento attuale è noto il dispositivo della sentenza ma non ancora le motivazioni scritte che perverranno verosimilmente tra qualche mese. 

Alcune forze politiche si sono precipitate a prendere posizione, chi per un verso e chi per un altro. 

Da parte nostra, pur condividendo alcuni aspetti, riteniamo tuttavia che chiedere già ora un rapporto sugli effetti della tassa di collegamento non abbia senso atteso. Di fatto la tassa non è stata realmente applicata in modo univoco proprio a causa dei ricorsi cui fu concesso l’effetto sospensivo. Pur non escludendo l’ipotesi, ci sembra attualmente prematuro chiedere l’abrogazione della tassa fintanto che non saranno rese note le motivazioni del Tribunale federale e fintanto che saranno compiutamente rivalutati i cambiamenti sociali ed economici intercorrercorsi finora, o che intercorreranno passata l’emergenza sanitaria.

Questa decisione giunge senza ombra di dubbio in un momento infelice e delicatissimo per l’economia cantonale e il paese tutto. È facilmente immaginabile che la ripresa economica non sarà immediata anche dopo la fine dell’emergenza COVID 19.

Ieri il Governo ha rilasciato una dichiarazione a mezzo stampa in cui dice di escludere un prelievo retroattivo e di riservarsi altre valutazioni dopo ricevimento della sentenza motivata, se non che trattandosi di una tassa fissata per legge si tratta di formalizzare alcuni punti secondo un iter che coinvolga anche il Gran Consiglio. 

Da qua il senso della presente mozione che auspica alcune risoluzioni a brevissimo termine ed altre a medio termine. 

Oltre alla conferma da parte delle autorità politiche cantonali (esecutivo e legislativo) di una rinuncia al prelievo retroattivo per dare certezza alle parti interessate, si chiede un periodo quantomeno di moratoria (sospensione) dell’entrata in vigore della tassa che consenta alla politica, all’economia, ai lavoratori e non da ultimo alle finanze del Cantone di prendere atto dei cambiamenti intervenuti non solo negli ultimi anni a livello di risanamento finanziario, ma anche dei possibili, se non probabili, cambiamenti di comportamento sociale che l’esperienza di questi mesi di pandemia COVID 19 porterà con sé. 

Intanto bisognerà dare tempo, da un lato, all’economia di riprendersi ben oltre il solo periodo di formale status di emergenza, e dall’altro lato, anche ai lavoratori (con famiglie al seguito) di recuperare gli importi che alcuni datori di lavoro avevano loro prelevato a titolo cautelativo.

COVID-19 potrebbe, e lo stiamo sperimentando in maniera accelerata in queste settimane e speriamo non ancora a lungo, portarci a cambiamenti di comportamento quali il lavoro da casa accresciuto, un maggior utilizzo degli acquisti online, ecc… con conseguenti riduzioni degli spostamenti con veicoli privati e necessità di parcheggio. Nel frattempo, però i lavoratori non potranno da subito riutilizzare i mezzi pubblici o far capo ai piani di mobilità aziendale per ragioni sanitarie e quindi bisognerà dare e darsi del tempo per valutazioni più accorte.Prima del gennaio 2025 il parlamento dovrà in buona sostanza avere gli elementi per rivalutare la situazione e confermare o meno la legge.

Il futuro potrebbe aver subito una accelerata. Diamoci il tempo di rifare un apprezzamento della situazione e di rivalutare il compito per proporre soluzioni ponderate e nell’interesse di tutti.

Con la presentesichiede pertanto e formalmente al Governo in primis e al Gran Consiglio di seguito di:

  • rinunciare definitivamente alla riscossione retroattiva della tassa di collegamento;
  • decidere una moratoria o sospensione dell’entrata in vigore della stessa fino al termine dell’emergenza COVID-19 e non prima del gennaio 2025;
  • rivalutare l’intera situazione e necessità o anche solo l’opportunità di una tale tassa alla luce dei cambiamenti sociali ed economici intercorsi e che intercorreranno nei prossimi mesi e anni/anni.

Matteo Quadranti e Paolo Ortelli cofirmatari
Per il Gruppo PLR