Una Svizzera competitiva, innovativa e aperta verso l’estero

Il PLRT saluta l’esito del voto sull’iniziativa contro gli Accordi bilaterali sul piano nazionale, perché indica chiaramente la strada da seguire negli anni a venire nelle relazioni con il nostro principale partner commerciale, l’Unione europea. Un no all’adesione, così come voluta dalla sinistra, ma un chiaro no all’isolamento sostenuto dalla destra. Il risultato ticinese, con un sì comunque moderato, deve portare il Cantone e la Confederazione a rispondere in modo concreto alla forte pressione sul mercato del lavoro quale cantone di frontiera, in particolare per quanto riguarda la sostituzione di lavoratori indigeni e la pressione sui salari in specifici settori economici. Dobbiamo agire in modo mirato.

Il PLRT saluta l’esito del voto sull’iniziativa contro gli Accordi bilaterali sul piano nazionale, perché indica chiaramente la strada da seguire negli anni a venire nelle relazioni con il nostro principale partner commerciale, l’Unione europea. Un no all’adesione, così come voluta dalla sinistra, ma un chiaro no all’isolamento sostenuto dalla destra. Il risultato ticinese, con un sì comunque moderato, deve portare il Cantone e la Confederazione a rispondere in modo concreto alla forte pressione sul mercato del lavoro quale cantone di frontiera, in particolare per quanto riguarda la sostituzione di lavoratori indigeni e la pressione sui salari in specifici settori economici. Dobbiamo agire in modo mirato.

Il si del Ticino segnala problemi da risolvere
Il voto in controtendenza del Ticino sull’iniziativa UDC, per quanto meno netto del previsto, non è certamente una sorpresa. Come PLRT siamo perfettamente consapevoli delle difficoltà di molti ticinesi e di numerose aziende causa la forte pressione proveniente da sud.  Sono problematiche da risolvere con proposte concrete a Berna e non con “segnali” che non portano ad alcun risultato tangibile. Nello specifico, appare quanto mai necessario e urgente proporre un potenziamento mirato in specifici settori economici delle misure di accompagnamento agli accordi in vigore. Riscontriamo un problema di salari? Combattiamolo con gli stumenti che da sempre la Svizzera conosce: i contratti collettivi di lavoro (CCL). E soprattutto procediamo con la disdetta dell’Accordo sui frontalieri datato 1974 e chiedendo al CF Maurer di indennizzare il Ticino per gli evidenti svantaggi quale Cantone di confine. Il Ticino non può essere lasciato solo. Con la presidenza ticinese dell’UDC nazionale ci aspettiamo passi concreti nelle prossime settimane! Serve maggior determinazione nel superare un accordo sui frontalieri manifestamente obsoleto molto problematico per il Ticino.

Alex Farinelli, consigliere nazionale: “Penso che oggi il Ticino dia un doppio segnale a Berna: da un lato con percentuali chiaramente minori rispetto al passato nel sostegno a questa iniziativa si segnala un Ticino che ha a cuore le sorti della Svizzera e sostiene gli attuali accordi con l’Ue: dall’altro comunque emerge il segnale alla Confederazione della necessità di trovare soluzioni adatte per il Ticino, che vive certamente una situazione più problematica e particolare”.

SI all’acquisto di nuovi aerei da combattimento
Con il SI all’acquisto di nuovi aerei da combattimento, la popolazione svizzera ha confermato oggi, anche se di strettissima misura, la validità dell’impostazione del nostro sistema integrato di sicurezza, dove tutti gli attori - esercito ed aviazione militare inclusi - rivestono una grande importanza. Questa decisione permetterà di sostituire l’attuale flotta ormai giunta a fine servizio e garantire a lungo termine la sicurezza del nostro Paese, rafforzando la nostra neutralità. È una decisione importante anche considerando l’importanza dell’aviazione militare in Ticino, culla della formazione dei piloti a livello nazionale con il centro d’addestramento di Magadino. Il piano di smantellamento della sinistra che conferma la volontà di abolire definitivamente il nostro esercito è quindi fallito, almeno per oggi, Ma attenzione: a novembre saremo nuovamente a chiamati su una proposta promossa dal Gruppo per una Svizzera senza Esercito

Un congedo paternità positivo per tutti
Il chiaro appoggio della popolazione al congedo di paternità retribuito di due settimane, permetterà la partecipazione del padre all’accudimento del neonato e aiuterà a sgravare la madre dagli impegni post nascita. Il PLRT ha sostenuto fin da subito il progetto, poiché risponde a un’esigenza diffusa e comporta un onere ragionevole in termini di costi e di organizzazione. 

La revisione della legge sulla caccia non ha convinto
Con il NO alla revisione della legge sulla caccia, si è persa una buona occasione per dotare la Svizzera di una legge progressista che avrebbe garantito più sicurezza per gli animali, la natura e l’uomo con una maggior responsabilizzazione dei Cantoni. Non a caso la legge era sostenuta soprattutto da chi vive tutto l’anno a contatto con la natura, ma è stata respinta in primis dalle realtà urbane. Si tratta di un dossier a cui la politica dovrà tornare a mettere mano.

Servono misure per famiglie e ceto medio
La bocciatura delle maggiori deduzioni per i figli nell’ambito dell’imposta federale diretta secondo il PLRT rappresenta un rallentamento nel processo di miglioramento della conciliabilità tra lavoro e famiglia in Svizzera. Un passo indietro a cui bisognerà presto porre rimedio con nuove misure incisive, a favore soprattutto del ceto medio.