Approvvigionamento di farmaci: serve un'azione condivisa

INTERROGAZIONE

In Ticino, così come anche in altri paesi, mancano farmaci e questa carenza non è solo un problema congiunturale o puntuale. Oltre ad alcune strozzature nei processi produttivi, una parte considerevole della produzione si è trasferita in Asia (Cina e India in particolare, per vantaggi competitivi nel costo del lavoro): anche il Consiglio federale ne è consapevole, tanto da creare una task force su questo tema. Altre nazioni europee sembrano attivarsi, consapevoli che si tratta di un problema internazionale, dove ognuno gioca la propria parte.

Il problema non è né astratto né lontano, poiché anche in Ticino abbiamo notato la rarefazione dell’offerta di determinati farmaci, spesso di uso comune in molte famiglie con bambini, ad esempio. Il rischio concreto potrebbe essere, tra l’altro, quello di dover sostituire alcuni medicamenti con altre varianti più costose – ciò che costituirebbe un nuovo motivo di aumento dei costi della salute. Inoltre, ci sono anche medicamenti d’importanza vitale che scarseggiano. Una situazione che colpisce le farmacie, gli studi medici e gli ospedali, creando non poche difficoltà nell’evitare che tutto ciò abbia un impatto sui pazienti. 

È evidente che molto del settore della produzione in ambito farmaceutico si gioca sul piano delle politiche federali e internazionali; ciò non toglie tuttavia che i singoli Cantoni possano – nelle loro possibilità e competenze – attivarsi e rendersi attrattivi, anche sul piano della capacità produttiva e dell’approvvigionamento. Osserviamo come questo ambito sia non solo utile e funzionale dal profilo della salute pubblica, ma anche in termini di tessuto aziendale, diversificazione dell’economia e creazione di posti di lavoro qualificati.

Sulla base di queste considerazioni, chiediamo al lodevole Consiglio di Stato:

  1. In Ticino quali sono le previsioni sull’approvvigionamento nell’arco dei prossimi 12 mesi? C’è un piano d’azione condiviso con la Confederazione o uno sul piano cantonale (per esempio concernente scorte di sicurezza o altre misure)?
  2. Sussiste il rischio concreto di dover sostituire alcuni farmaci a basso prezzo con altri più costosi con il relativo aggravio sul sistema dei costi?
  3. Sembrerebbe non esserci una differenza nella capacità rilevante di approvvigionamento tra i vari Cantoni. Il Consiglio di Stato può confermare?
  4. Ci sono membri ticinesi della task force istituita dalla Confederazione?
  5. In Ticino avviene già una produzione di farmaci:
    • È possibile potenziare questo settore?
    • Se sì, come possiamo rendere il territorio cantonale più attrattivo per aziende attive in ambito farmaceutico e come potenziare la produzione?
    • Attualmente cosa intraprende il Cantone per rendersi attrattivo verso questo settore produttivo?
  6. Per un’azione globale efficace, oltre alla produzione, vi sono le seguenti dimensioni:
  • Ricerca
  • Sviluppo
  • Stoccaggio
  • Distribuzione
  • Dispensazione

Come giudica il Consiglio di Stato la situazione attuale in Ticino, nonché i margini di miglioramento, per ognuna di queste dimensioni? Per questo genere di analisi e relativi piani d’azione, sono coinvolti i maggiori attori sul territorio (come ad esempio l’OFCT)?

Alessandro Speziali per il Gruppo PLR

Atti parlamentari

INTERPELLANZA (Urgente)

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MOZIONE

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INTERPELLANZA

La presente interpellanza è presentata con carattere d’urgenza in quanto i fatti segnalati — se confermati — mettono in luce gravi carenze nella qualità e sicurezza delle cure in un settore specialistico dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC), con potenziali conseguenze per la salute dei pazienti e per la fiducia della cittadinanza nel sistema sanitario pubblico. In data odierna l’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) ha pubblicato un comunicato stampa in cui, pur prendendo le distanze dai contenuti del cosiddetto “rapporto di sicurezza”, conferma indirettamente l’esistenza del documento, nonché l’apertura di un’analisi interna. Il comunicato solleva interrogativi ulteriori: anziché chiarire i contenuti e affrontare i nodi sollevati, si concentra sull’autore del rapporto, mettendone in discussione le modalità operative e l’uso delle risorse aziendali. Non si esclude che tale approccio rischi di oscurare la sostanza delle segnalazioni e disincentivare future denunce in ambito sanitario.

Riteniamo dunque necessario e urgente un chiarimento istituzionale, al di là delle comunicazioni dell’EOC, per garantire che la gestione delle criticità cliniche, la sicurezza dei pazienti e la protezione dei segnalanti siano trattate con trasparenza, tempestività e indipendenza. È inoltre fondamentale accertare se esistano rischi sistemici anche in altri ambiti clinici e se gli strumenti oggi disponibili siano adeguati ad assicurare una reale cultura della qualità e della responsabilità nelle cure.

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