Scuola libera o di regime?

Visto che da più parti si afferma che sui temi scolastici occorre “ascoltare i docenti”, come è possibile farlo se gli stessi non possono esprimersi liberamente?

Visto che da più parti si afferma che sui temi scolastici occorre “ascoltare i docenti”, come è possibile farlo se gli stessi non possono esprimersi liberamente?

La rubrica televisiva “Falò” ha messo in onda recentemente un servizio dedicato al temi dei “livelli” nella Scuola media. Nel corso della trasmissione è stato sottolineato più volte che i giornalisti non hanno potuto intervistare liberamente docenti o direttori, ma unicamente un direttore autorizzato dal Dipartimento il quale, naturalmente, ha poi espresso un parere che collima con le note tesi care al capo del Dipartimento medesimo. Per sentire il parere di alcuni docenti non autorizzati, gli autori del servizio hanno invece dovuto far ricorso agli accorgimenti in uso un tempo per le interviste a “dissidenti” dei regimi comunisti, o comunque dittatoriali (ripresa di spalle, voce contraffatta, ecc.).

I deputati PLR chiedono perciò al Consiglio di Stato:

  1. È al corrente di queste limitazioni alla libertà di espressione?
  2. Se sì, su quali disposizioni si basano?
  3. Ritiene che siano conformi ai diritti che la Costituzione riconosce ad ogni cittadino?
  4. Valgono per tutti i dipendenti dello Stato o sottostanno alle disposizioni di ogni singolo capo – Dipartimento

Alessandro Cedraschi, granconsigliere, per il Gruppo parlamentare PLR

Atti parlamentari

INTERPELLANZA (Urgente)

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MOZIONE

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INTERPELLANZA

La presente interpellanza è presentata con carattere d’urgenza in quanto i fatti segnalati — se confermati — mettono in luce gravi carenze nella qualità e sicurezza delle cure in un settore specialistico dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC), con potenziali conseguenze per la salute dei pazienti e per la fiducia della cittadinanza nel sistema sanitario pubblico. In data odierna l’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) ha pubblicato un comunicato stampa in cui, pur prendendo le distanze dai contenuti del cosiddetto “rapporto di sicurezza”, conferma indirettamente l’esistenza del documento, nonché l’apertura di un’analisi interna. Il comunicato solleva interrogativi ulteriori: anziché chiarire i contenuti e affrontare i nodi sollevati, si concentra sull’autore del rapporto, mettendone in discussione le modalità operative e l’uso delle risorse aziendali. Non si esclude che tale approccio rischi di oscurare la sostanza delle segnalazioni e disincentivare future denunce in ambito sanitario.

Riteniamo dunque necessario e urgente un chiarimento istituzionale, al di là delle comunicazioni dell’EOC, per garantire che la gestione delle criticità cliniche, la sicurezza dei pazienti e la protezione dei segnalanti siano trattate con trasparenza, tempestività e indipendenza. È inoltre fondamentale accertare se esistano rischi sistemici anche in altri ambiti clinici e se gli strumenti oggi disponibili siano adeguati ad assicurare una reale cultura della qualità e della responsabilità nelle cure.

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