Vogliamo finalmente una pianificazione coraggiosa, di qualità e razionale?

MOZIONE

Martedì 23 settembre è stato l’ennesimo settembre nero per moltissime persone. Infatti, anche quest’anno sono stati annunciati nuovi aumenti dei premi LAMal per il 2026: a livello svizzero la crescita media è nell’ordine del 4–5%, mentre in Ticino l’incremento è tra i più elevati del Paese (oltre il 7%), con premi medi mensili che superano i CHF 500 per molte fasce d’età. La pressione su famiglie e anziani, nonché sulle finanze pubbliche, conferma l’urgenza di incidere sui costi strutturali del sistema. E ciò sfruttando anche i margini che ci sono a livello cantonale.

Una pianificazione ospedaliera rigorosa è uno degli strumenti più efficaci per contenere la spesa senza sacrificare l’accesso alle cure. Agisce lungo tre leve principali (non per forza esaustive):

  1. Concentrazione di specialità e casistica complessa in pochi centri (migliorando la relazione volume-esito): meno duplicazioni, più esperienza clinica, meno complicanze e riammissioni, quindi costi inferiori per caso trattato.
  2. Razionalizzazione delle funzioni h24/7 (urgenze, terapia intensiva, …): turni e più sostenibili, miglior utilizzo di personale e sale operatorie.
  3. Pianificazione con volumi minimi e mandati chiari: si limita l’offerta frammentata e si ottimizza il parco tecnologico (imaging, robotica, laboratori, ecc.), diminuendo investimenti e costi fissi ridondanti.

Diversi Cantoni applicano con successo questi principi: Zurigo ha definito “Spitallisten” e mandati con criteri di qualità e volumi minimi per discipline selezionate; Vaud utilizza una pianificazione basata su dati Obsan con reti cliniche attorno al CHUV e ospedali regionali; i Cantoni Appenzello e San Gallo pianificano in modo congiunto alcune aree (acuti, riabilitazione) su un bacino intercantonale, evitando sovrapposizioni. Questi esempi mostrano che più concentrazione e chiarezza di mandati coincidono con migliori esiti e crescita dei costi più contenuta.

Inoltre, ai sensi della legislazione federale, la pianificazione ospedaliera è competenza dei Cantoni e deve basarsi su criteri di qualità ed economicità. Anche la letteratura e gli indicatori di qualità evidenziano, per numerose discipline, una relazione volume-esito (maggiori volumi = migliori risultati) che giustifica la concentrazione di attività complesse in centri di competenza unici.

È altrettanto evidente che la dispersione di reparti su più sedi comporta costi fissi elevati, difficoltà di una vera copertura di qualità h24/7 e di reperimento del personale specializzato, che intravveda anche la possibilità di una progressione di carriera.

Uno sguardo nazionale e non solo ci mostra che un modello con centri di riferimento per acuti complessi e rete di prossimità per acuti a bassa complessità, cronicità, riabilitazione ecc. può migliorare esiti, accessibilità e sostenibilità.

Ad oggi il Cantone ha messo in campo diverse misure per contenere i costi, tra cui la moratoria per gli studi medici specialistici e in ambito infermieristico. A dipendenza degli esiti del ricorso pendente, potrà anche avvenire una riduzione del punto tariffale ambulatoriale per i medici. Ci sono poi altri atti pendenti in GC che tentano di contenere i costi – segno di una politica sensibile al tema della sostenibilità finanziaria dei costi. Sarà certamente utile valutare concretamente a breve ulteriori moratorie, come per le nuove farmacie (con analisi d’impatto territoriale), studi di fisioterapia o una tassa per l’accesso improprio ai servizi di Pronto soccorso

Tuttavia, riteniamo che i tempi siano decisamente maturi (e allarmanti) per gettare le basi concrete affinché la prossima pianificazione ospedaliera sia più coraggiosa, stimolo di qualità e motivo di razionalizzazione dei costi.

Per questo motivo, chiediamo al Consiglio di Stato di elaborare un rapporto in cui si esaminano con rigore i benefici attesi da una concentrazione delle strutture e delle specializzazioni, in scenari alternativi, stimando gli impatti su costi e qualità. Ciò elaborando due scenari di riorganizzazione dell’offerta ospedaliera cantonale:

  1. Scenario A – Radicale (centralizzazione spinta): una concentrazione per ciascuna grande disciplina chirurgica e medica, per esempio in 2 poli complementari, con accorpamento delle sale operatorie, guardia notturna eccetera. Inoltre, riconversione delle sedi periferiche nonché una forte ottimizzazione del parco tecnologico e degli spazi
     
  2. Scenario B – Intermedio (razionalizzazione mirata): l’obiettivo è come sopra, ma con un tasso di concentrazione meno accentuato e più diffuso.

Questa analisi potrà aiutare le autorità cantonali e il Parlamento a scegliere per il futuro prossimo il miglior assetto, per garantire ai ticinesi una sanità migliore, razionalizzando i costi.

Alessandro Speziali, Matteo Quadranti, Natalia Ferrara