La conduzione della Divisione della scuola merita ancora fiducia?

INTERPELLANZA

La conduzione di un’intera Divisione dell’Amministrazione cantonale (nonché il coordinamento dipartimentale) è centrale per lo sviluppo e il progresso della formazione. Il tema è pertanto rilevante, urgente e che produce effetti concreti costanti.

Il recente caso dell’abilitazione dei docenti presso il DFA è una problematica preoccupante e che giustamente pone quesiti centrali e ben più ampi. Non si tratta solo della capacità di assicurare una prospettiva a chi decide di dedicarsi alla formazione ticinese, ma concerne anche le capacità gestionali di uno dei servizi dello Stato più importanti: la Divisione della scuola, che organizza e vigila sul funzionamento del sistema scolastico per l’intero settore delle scuole dell’obbligo e le scuole medie superiori. Più concretamente (v. sito ti.ch/ds):

  • applica le decisioni in materia di scuola e di attività e servizi parascolastici;

  • riflette sulla costante evoluzione del sistema scolastico;

  • cura ricerca e formazione pedagogiche e didattiche in collaborazione con istituti terzi;

  • promuove innovazioni e sperimentazioni scolastiche;

  • collabora con i comuni nella gestione degli istituti scolastici del settore primario e presiede alla conduzione dei settori medio e medio superiore;

  • assicura i servizi dell'orientamento scolastico e professionale in collaborazione con la Divisione della formazione professionale;

  • assicura il materiale didattico e digitale per tutti gli istituti scolastici in collaborazione con la Divisione della formazione professionale.

Osservando questi compiti, decisivi per il buon funzionamento della formazione dei nostri giovani, non possiamo esimerci dal rilevare come negli ultimi anni siano emersi più volte aspetti problematici che hanno provocato disfunzioni, accese discussioni e malumori – non solo con la politica, ma all’interno del mondo scolastico stesso. Alcuni esempi oltre al caso più recente sull’abilitazione dei docenti:

  • la modalità di conduzione e presentazione del modello de La Scuola che verrà

  • l’approccio iper-teorico a quella che è invece la realtà pratica nell’insegnamento

  • la difficoltà a stabilire un dialogo e un coinvolgimento vero sui progetti proposti dalla scorsa direzione del DECS, sui loro contenuti e modalità

  • le valutazioni molto opinabili delle sperimentazioni o dei sondaggi promossi

  • l’incapacità di garantire costantemente assunzioni regolari e all’altezza delle competenze richieste

  • la costante difficoltà a concepire visioni e approccio pedagogici e educativi diversi da quelle perorate dalle direzioni DEC, ecc.

  • Purtroppo, l’elenco ci impone una seria riflessione sulla capacità della testa della Divisione della Scuola di assicurare una conduzione aperta al dialogo, pluralista, competente e orientata alle competenze e al merito; tanto più che la medesima figura svolge il ruolo di coordinatore del DECS.

    Per questo motivo chiediamo al lodevole Consiglio di Stato:

  • La conduzione della Divisione della scuola di Emanuele Berger gode ancora della piena fiducia del Governo e del Dipartimento competente?

  • Il Governo e il DECS ritengono che il mondo della scuola ticinese riponga ancora la massima fiducia nella conduzione della Divisione scuola? Come giudica il crescente malumore, che prende forma anche attraverso prese di posizione all’indirizzo del Dipartimento?

  • Come giudica il Consiglio di Stato la recente presa d’atto degli errori commessi nell’elaborazione delle stime del fabbisogno di docenti e conseguentemente nell’ambito dell’abilitazione?

  • Il Consiglio di Stato non ritiene doveroso commissionare un’analisi del funzionamento della Divisione della scuola, anche alla luce delle numerose critiche emerse nella conduzione di progetti, sperimentazioni, modifiche di legge eccetera?

Alessandro Speziali, Matteo Quadranti e Natalia Ferrara, 24 marzo 2025

Atti parlamentari

INTERPELLANZA (Urgente)

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MOZIONE

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INTERPELLANZA

La presente interpellanza è presentata con carattere d’urgenza in quanto i fatti segnalati — se confermati — mettono in luce gravi carenze nella qualità e sicurezza delle cure in un settore specialistico dell’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC), con potenziali conseguenze per la salute dei pazienti e per la fiducia della cittadinanza nel sistema sanitario pubblico. In data odierna l’Ente Ospedaliero Cantonale (EOC) ha pubblicato un comunicato stampa in cui, pur prendendo le distanze dai contenuti del cosiddetto “rapporto di sicurezza”, conferma indirettamente l’esistenza del documento, nonché l’apertura di un’analisi interna. Il comunicato solleva interrogativi ulteriori: anziché chiarire i contenuti e affrontare i nodi sollevati, si concentra sull’autore del rapporto, mettendone in discussione le modalità operative e l’uso delle risorse aziendali. Non si esclude che tale approccio rischi di oscurare la sostanza delle segnalazioni e disincentivare future denunce in ambito sanitario.

Riteniamo dunque necessario e urgente un chiarimento istituzionale, al di là delle comunicazioni dell’EOC, per garantire che la gestione delle criticità cliniche, la sicurezza dei pazienti e la protezione dei segnalanti siano trattate con trasparenza, tempestività e indipendenza. È inoltre fondamentale accertare se esistano rischi sistemici anche in altri ambiti clinici e se gli strumenti oggi disponibili siano adeguati ad assicurare una reale cultura della qualità e della responsabilità nelle cure.

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